TFR nei fondi pensione: i 3 vantaggi per l'imprenditore di successo

TFR nei Fondi Pensione Vantaggi per l'Imprenditore

Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) rappresenta un tema cruciale per gli imprenditori italiani, non solo per il suo impatto sui dipendenti, ma anche per le opportunità che offre alle aziende. Trasferire il TFR in un fondo pensione può sembrare una scelta controintuitiva per molti datori di lavoro, che lo vedono come una risorsa da mantenere in azienda.

 

Tuttavia, questa decisione, anche grazie al supporto di un consulente finanziario esperto nel settore,  può portare significativi vantaggi fiscali e contributivi per l’imprenditore. In questo articolo, esploreremo come il TFR nei fondi pensione possa rivelarsi vantaggioso anche per le aziende, analizzando dettagliatamente i benefici economici e le opportunità di risparmio.

In questo articolo capirai come ho fatto, in qualità di consulente finanziario qualificato, a far risparmiare oltre 115.000 euro ad un mio cliente imprenditore per i prossimi 10 anni solo con questa scelta, che oltre alla normativa sul TFM e ad un’ottimale gestione della tesoreria rappresentano i 3 pilastri della mia operatività a supporto dell’imprenditore di successo.

Tabella dei Contenuti

Cos'è il TFR trattamento di fine rapporto

Il Trattamento del Fine Rapporto (TFR) è una somma che il datore di lavoro accantona per ogni dipendente e che questi riceverà al termine del rapporto di lavoro.

Normalmente, il TFR può essere accantonato presso l’azienda stessa o destinato a un fondo pensione, che consente ai dipendenti di accumulare risparmi per la pensione integrativa.

Vantaggi fiscali per l'imprenditore del TFR nei fondi pensione

Vediamo prima tutte le agevolazioni sia di natura fiscale, finanziaria che contributiva per poi andarle a quantificarle in numeri prendendo come esempio il mio cliente.

Deduzione fiscale per le aziende

Versando i tfr nei fondi pensione l’imprenditore avrà un beneficio di natura fiscale visto che saranno considerati come un costo deducibile dal reddito di impresa.

 

Ma non è tutto. Le aziende che accantonano il TFR in un fondo pensione beneficiano infatti di una maggiorazione di tale deduzione dal reddito di impresa nell’ordine del

  • 6% se sono aziende con meno di 50 dipendenti
  • 4% se sono aziende con più di 49 dipendenti.

Questa percentuale si applica all’ammontare del TFR annualmente conferito.

Risparmio sui contributi previdenziali

Ci sono poi dei benefici contributivi, ovvero sul fronte dei versamenti previdenziali a carico dell’azienda. In particolare, le aziende che destinano il TFR nei fondi pensione sono esentate dal versamento dello

  • 0,20% del monte retributivo a titolo di versamento al Fondo di Garanzia INPS
  • 0,28% a titolo dei cosiddetti oneri impropri da versare all’INPS. È il caso, per esempio, degli oneri versati in occasioni di malattia, maternità e versamento di assegni per il nucleo familiare.

Eliminazione dei costi di rivalutazione

Per ciò che attiene al beneficio di natura finanziaria, quando un’azienda decide di accantonare il TFR in azienda, deve applicare ogni anno una rivalutazione obbligatoria:

  • dell’1,5% fisso
  • più una componente variabile del 75% dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo, quindi dell’inflazione.

Questi due elementi, uno di natura fissa e uno di natura variabile, rendono il TFR accantonato in azienda un costo che tende ad aumentare nel tempo in maniera esponenziale, soprattutto nei periodi in cui l’inflazione è elevata come nel 2022.

 

La somma accantonata in azienda, quindi, può sembrare conveniente nel breve termine perché si dispone di maggiori risorse, ma non solo si rivaluta costantemente, comporta un onere finanziario e un debito a lungo termine che l’imprenditore è obbligato a sostenere fino al momento della liquidazione.

 

In caso di crisi o difficoltà finanziarie, questo debito può diventare un problema. Versandolo nei fondi pensione, l’azienda si libera dell’obbligo di rivalutazione e quindi di un costo extra che prima o poi dovrà pagare.

Esempio pratico

E’ arrivato ora il momento numeri alla mano di quantificare questi benefici.

 

In termini pratici, consideriamo l’esempio del mio cliente, un’azienda con

  • 25 dipendenti
  • R.A.L. medio pro capite di 25.000 euro lordi annui e quindi R.A.L. totale annuo di 625.000 euro
  • totale TFR annui di circa 46.000 euro, ovvero il 7,41% della retribuzione annua lorda al quale dovrà essere sottratto lo 0,5% della retribuzione imponibile per il fondo di garanzia dell’INPS e oneri impropri. Il tfr netto oggetto di rivalutazione sarà quindi la differenza tra il tfr lordo e tali oneri (6,91% della retribuzione annua lorda).

Tfr in azienda

Vediamo i costi che pagherà l’imprenditore nel caso i tfr rimanessero in azienda, e alla fine vedremo i benefici che avrà nel caso in cui venissero versati nei fondi pensione.

  • Oneri dovuti all’ Inps ammonteranno a 3.125 euro ogni anno. Dopo 10 anni saranno pesati per 31.250 euro.
  • Se l’inflazione durante i periodi considerati si attesterà mediamente al 2%, il costo per la rivalutazione del TFR sarà del 3% annuo visto che all’1,5% fisso da legge bisogna sommare il 75% dell’inflazione, quindi del 2%. In totale sarà 3% annuo. Dopo 10 anni tali interessi saranno costati all’imprenditore 83.724.

Fermiamoci un attimo però per fare una considerazione. Tu potresti dire anche, beh io la liquidità che mi tengo in azienda per i tfr me la investo e ci ripago i tfr un domani. Ok, ma come alternativa significa che dovrai riuscire a far rendere la tesoreria in maniera sicura come minimo il 3% l’anno. Dico come minimo perché tra poco vedremo come tale percentuale invece sarà più alta. In un contesto di inflazione al 2% rendimenti di tal genere inoltre non li troverai se non a fronte di un maggiore rischio e una durata più lunga. Caratteristiche che potrebbero non sposarsi con le esigenze di cassa immediate o dovute alle liquidazioni impreviste dei tfr. E se poi in futuro l’inflazione salisse? Nel 2022 l’inflazione ha toccato punte oltre l’11% con un coefficiente di rivalutazione a quasi il 10% e non al 3%. Perché correre rischi inutili quando è lo Stato che ti regala tali rendimenti e ti libera da tale incognita? Se il problema poi è sensibilizzare i propri dipendenti nella scelta di versare il loro tfr sui fondi pensione è una delle attività che svolgo a supporto dell’imprenditore, sia fatto di persona che a distanza tramite la videoconferenza.

Tfr nei fondi pensione

Tornando all’esempio vediamo ora cosa accade se l’imprenditore versasse i tfr nei fondi pensione.

  • Come prima cosa sparisce la spesa per gli interessi annuali di rivalutazione dei tfr in azienda. Un bubbone di 83.724 euro.
  • In secondo luogo spariscono gli oneri impropri da versare all’Inps in quanto l’azienda sarà esentata da tale versamento, quindi 31.250 euro risparmiate
  • Inoltre come visto all’inizio, dal momento in cui sono versati nei fondi pensione, i tfr sono considerati costi per l’azienda ai quali lo Stato riconosce un’extra deduzione dal 6% al 4% a seconda del numero di dipendenti. Quindi in tal caso la deduzione porterà un risparmio in minor tasse di 6.669 euro. Questo perché ha potuto dedurre nei 10 anni una somma più alta dal reddito di impresa che è tassato al 24%.

Tirando le somme, dopo 10 anni il mio cliente avrà avuto un beneficio da tale scelta di circa 121.000 euro. Che per equipararlo avrebbe dovuto investire i tfr ogni anno ottenendo come minimo un guadagno annuale di circa il 4,5%.

Per equiparare questo beneficio in termini di rendimento avrebbe dovuto investire i tfr ogni anno ottenendo come minimo un guadagno reale e annuale di circa il 4,5%. E tali rendimenti non si trovano con la semplice gestione della liquidità, ma con una pianificazione finanziaria efficiente e una strategia di investimento efficace. Anzi a tal proposito sappi che uno dei 3 pilastri della mia operatività a supporto dell’imprenditore di successo è proprio quella della costruzione e monitoraggio di portafogli efficienti con ETF, fondi e titoli in linea con le esigenze dell’azienda prediligendo la stabilità dei rendimenti grazie ad uno studio attento del ciclo macroeconomico e delle decorrelazioni delle assets da inserire nel portafoglio, il tutto senza commissioni di acquisto, e con un approccio privo di conflitti di interesse e trasparente basato sulla consulenza, costo che tra l’altro è deducibile dal reddito d’impresa.

Una scelta strategica

C’è da dire che tuttavia un’azienda dovrebbe avere lo scopo di crescere nel tempo, e non di galleggiare per gestire la tesoreria in funzione di una futura liquidazione dei tfr.

Quando il TFR è destinato ai fondi pensione, l’azienda riduce la propria esposizione finanziaria e di fatto non si ritrova a dover gestire un debito che si accumula negli anni.

 

Così si possono destinare risorse ad attività strategiche, come quella che svolge tramite il mio aiuto, o come investimenti in innovazione o espansione dei mercati, senza doversi preoccupare delle risorse da destinare al TFR dei dipendenti.

 

Questo libera risorse e si riduce addirittura il carico amministrativo. Gestire il TFR internamente può richiedere una struttura amministrativa più complessa, con l’obbligo di mantenere contabilità precisa e aggiornata.

Le risorse umane e amministrative possono concentrarsi cosi su attività più strategiche e di valore aggiunto per l’azienda, riducendo le ore e costi legati alla gestione del TFR.

Conclusione

In sintesi, il trasferimento del TFR nei fondi pensione offre numerosi vantaggi per gli imprenditori italiani.

 

Non solo consente una maggiore deducibilità fiscale e risparmi sui contributi previdenziali, ma elimina anche i costi legati alla rivalutazione annuale. Questi benefici rendono la scelta di destinare il TFR ai fondi pensione non solo vantaggiosa per i dipendenti ma anche strategica per le aziende.

 

Invito quindi te imprenditore a considerare seriamente questa opzione e a esplorare ulteriormente come possa contribuire alla salute finanziaria della tua attività.

Domande frequenti (FAQ)

Quali sono i principali vantaggi fiscali del trasferimento del TFR?

Le aziende possono dedurre dal reddito d’impresa una percentuale maggiore del TFR trasferito: il 6% per le aziende con meno di 50 dipendenti e il 4% per quelle con più di 49.

Sì, mantenere il TFR in azienda comporta costi come la rivalutazione annuale ei versamenti al Fondo di Garanzia INPS.

Il trasferimento del TFR ai fondi pensione può avvenire in modo tacito: se i dipendenti non esprimono una volontà contraria entro sei mesi dall’assunzione, vengono automaticamente iscritti al fondo pensione.

Questa modalità semplifica notevolmente la gestione del TFR per l’imprenditore.