Come investire i soldi. Guida definitiva in 8 passi
Guida definitiva in cui vengono spiegate passo passo le linee da seguire per investire bene e far rendere in maniera sicura i propri soldi.
Se non hai dimestichezza di tali argomenti, puoi sempre farti seguire da un consulente finanziario preparato che ti accompagni in questo viaggio pieno di imprevisti. In tal caso il criterio di scelta del consulente finanziario è fondamentale.
Alla base di un investimento ci deve essere comunque una precedente pianificazione finanziaria.
La pianificazione finanziaria è il primo passo per investire con successo i propri soldi. Prima di prendere qualsiasi decisione, è importante avere una chiara visione dei propri obiettivi, delle proprie risorse e dei propri rischi.
Devi inoltre farti delle domande:
Quali sono i tuoi obiettivi di investimento?
Vuoi risparmiare per la pensione?
investi per comprare una casa?
investi per finanziare un progetto?
Quanti soldi hai a disposizione?
Quanto puoi permetterti di investire ogni mese?
Ogni investimento è diverso, come un abito su misura. Devi scegliere l’investimento che si adatta meglio ai tuoi obiettivi, alle tue risorse e ai tuoi rischi. E anche se hai fatto la tua pianificazione e hai scelto gli investimenti giusti, non è detto che tu sia immune agli errori comportamentali come per esempio:
Effetto di trascinamento: tendiamo a investire più di quanto possiamo permetterci.
Effetto di disponibilità: siamo più propensi a investire in prodotti che conosciamo, anche se non sono i migliori per noi.
Effetto di avversione alla perdita: siamo più propensi a evitare le perdite che a cercare i guadagni.
Conoscendo i propri limiti, possiamo prendere decisioni più consapevoli.
Indice
Diversifica il rischio
Nel campo degli investimenti, un portafoglio efficiente si costruisce diversificando per bene il rischio.
La diversificazione è un principio fondamentale dell’investimento. Consiste nel ripartire il proprio capitale su diverse asset class, ovvero su diverse tipologie di attività finanziarie. L’obiettivo è ridurre il rischio e aumentare la probabilità di ottenere rendimenti stabili nel tempo.
Un portafoglio ben diversificato non risente della crisi di un mercato specifico e cogli le migliori opportunità. Una ricetta, per riuscire bene, oltre che alla giusta posologia ha bisogno di buoni ingredienti.
Perché è importante diversificare il rischio negli investimenti
La diversificazione è importante perché aiuta a ridurre il rischio di un singolo investimento o di una classe di attività.
Se un titolo o un settore di mercato dovesse performare male, il resto del portafoglio può compensare le perdite.
Ad esempio, se investi solo in azioni italiane, sei esposto al rischio del mercato azionario italiano. Se il mercato italiano dovesse crollare, perderesti una parte significativa del tuo investimento.
Se invece investi in un portafoglio diversificato, che include anche azioni di altri Paesi, obbligazioni, materie prime e immobili, sei meno esposto al rischio di un singolo mercato o settore.
Con la diversificazione si elimina il rischio specifico
Elimina più rischi che puoi. Essendo risparmi della propria vita infatti non ha senso rimetterne le sorti sulla singola azienda, anche se quell’azienda oggi è florida e il titolo va bene.
Perché potrà succedere qualsiasi cosa nel tempo che potrà farne scendere improvvisamente le quotazioni o addirittura fallire e perdere tutti i soldi. Quindi niente rischio specifico tipico dei titoli azionari od obbligazionari.
Il rischio specifico si elimina con un’ampia diversificazione. Hai le competenze per farlo? hai la possibilità di investire in tutti i mercati mondiali? un’ampia diversificazione potrebbe costarti cara a causa delle commissioni di compravendita dei numerosi titoli.
Strumenti per diversificare e costruire il portafoglio
Il rischio specifico si elimina tramite l’utilizzo di strumenti come gli etf (fondi a gestione passiva) e i fondi a gestione attiva.
Rispondono al detto sempre valido di non mettere tutte le uova nello stesso paniere.
Facendo un esempio, di vita pratica, se io avessi un capitale di 100.000 euro e volessi investirli in un bar di Roma concentrerei il mio rischio su quel bar. Discorso diverso se con gli stessi 100.000 euro comprassi quote dei bar più promettenti o più importanti sparsi in tutta Italia, quote di farmacie, di supermercati, di tabaccai, ristoranti ecc..
In quest’ ultimo caso il mio rischio è pressoché nullo. Ebbene se invece dei bar traslassimo il discorso su titoli azionari, obbligazionari e altri strumenti d’investimento ecco spiegato il vero vantaggio dei fondi e degli Etf.
Un fondo comune e un ETF sono strumenti finanziari paragonabili a un grande salvadanaio dove confluiscono le risorse di molti risparmiatori.
- Fondo o sicav
Il gestore di un fondo seleziona i titoli di un indice che reputa più promettenti. Il suo scopo è quello di battere l’indice (benchmark)
I costi di un fondo sono più alti di quelli di un etf
La remunerazione della banca potrebbe essere in conflitto di interesse che la spinge a collocare tale prodotto.
Non si conoscono tutti i titoli in cui investe il fondo: non c’è trasparenza gestoria ma piena delega al gestore.
- Etf ed Etc
L’etf non è un gestore. Tale strumento si limita a replicare l’andamento dell’intero indice. Sono strumenti molto semplici e facili da capire. Pensa a loro come ad un benchmark.
I costi di un ETF sono più bassi di quelli di un fondo perché non c’è una gestione attiva
La banca non ha remunerazione quindi il consulente può seguire un portafoglio con un contratto in consulenza grazie al quale viene eliminato qualsiasi conflitto di interesse.
C’è trasparenza sui titoli e sul mercato in cui investe.
Gestione attiva o passiva?
Non esiste una soluzione migliore dell’altra.
Statisticamente l’80% dei fondi e sicav non è riuscito negli ultimi anni a battere il suo benchmark a causa dell’elevata crescita delle megacap che ha favorito il momentum degli etf.
Quindi se non si prendono etf, il fondo o la sicav devono essere scelti bene e monitorati, o comunque il loro ruolo nel portafoglio deve avere un’importanza talmente forte da non poterne fare a meno in quanto l’aspetto gestorio potrebbe si essere un qualcosa che aggiunge valore, ma potrebbe anche essere un rischio di minor rendimento rispetto al benchmark, e nel mondo degli investimenti minimizzare il rischio è la prima regola da seguire.
Inoltre come uno sheff che utilizza i migliori ingredienti al mondo per comporre la sua ricetta, dovrà stare attento nel dosarle per raggiungere il risultato perfetto. Analogamente, anche se si sceglie la gestione passiva, bisogna tenere a mente il fatto che dal momento che si inseriscono in portafoglio più di 1 etf, si sta a tutti gli effetti facendo gestione attiva che andrà ad influenzare il risultato finale nel complesso.
Comprendi il concetto di rischio o volatilità
Quando si parla di fondi o ETF il concetto di rischio deve essere inteso come volatilità.
Infatti se è vero che il rischio specifico grazie alla grande diversificazione e selezione è eliminato, rimane il rischio sistemico, detto anche rischio generico, ovvero eventi che hanno un’ influenza di carattere talmente ampio da influenzare alcune e a volte tutte le tipologie di mercati, dall’azionario all’obbligazionario perché di fatto non è eliminabile, è la rappresentazione della congiuntura economica mondiale, i saliscendi delle Borse e le inefficienze che caratterizzano il sistema finanziario nel suo complesso.
Rappresenta quella parte di variabilità del valore degli investimenti che dipende dalle fluttuazioni dei mercati, le quali hanno un momentaneo impatto su qualsiasi titolo a prescindere dalla sua qualità. Se la Borsa è in calo, è molto probabile che un tale scenario impatterà anche sull’ andamento del mio titolo.
Ecco spiegato il fatto che prima di investire si deve aver ben chiaro l’orizzonte temporale da rispettare.
Nel breve i mercati finanziari sanno essere imprevedibili e sorprendenti per la sua irrazionalità, ma su orizzonti temporali lunghi annoiano molto per la loro regolarità, nel senso che si muovono con regolarità ciclica premiando chi investe nelle attività più volatili e per questo a più valore aggiunto (azionario).
E’ il cosiddetto ritorno alla media che prima o poi farà tornare i valori oltre il loro picco massimo precedente. Ma di tale argomento ne parliamo nel proseguo dell’articolo più in basso.
Chi non decide a priori il tempo nel quale detenere un investimento è preda della volatilità di breve termine (short term bias).
Si tratta di una ricorrenza frequente e pericolosa perché spinge le persone ad agire sulla base dell’emotività e della paura e non della razionalità. Proprio per questo un bravo consulente prima di proporre un investimento deve far presente i possibili scenari e testare la tolleranza del cliente alle oscillazioni, ma soprattutto deve essere disponibile a fornire spiegazioni razionali tali da non permettere al cliente di agire sull’ onda dell’emotività.
Nel breve termine la volatilità può essere più o meno ampia in relazione al tipo di portafoglio che si è composto.
Il rendimento atteso , o performance, è diretta funzione della permanenza in un segmento di rischio finanziario, il quale necessita di un orizzonte temporale determinato.
Tanto più ampio è l’orizzonte temporale tanto più elevata sarà la remunerazione diversificando in strumenti con componente di rischio/rendimento meglio ottimizzata. L’oscillazione, o volatilità, è una caratteristica (non un difetto!) delle attività più rischiose che però nel medio/lungo termine rendono di più.
Diversificare non basta: come investire con assets decorrelate
Diversificare non basta. Avere assets non correlate nel portafoglio significa avere strumenti che sono tra loro indipendenti, che non dipendono da un unico mercato.
Visto che è impossibile prevedere i futuri andamenti , è buona regola suddividere il capitale in varie attività di investimento per evitare che non vadano tutte nel verso sbagliato contemporaneamente.
Infatti se detengo assets azionari diversificati in più aree geografiche, non sono immune ad un brusco calo del settore azionario a livello globale, ovvero non sono al riparo dal rischio sistemico, l’unico rischio purtroppo non eliminabile. Avrò quindi un portafoglio più volatile e non potrò approfittare del calo.
Se invece nel mio portafoglio ho delle assets che si muovono indipendentemente l’uno dall’altro (es. obbligazioni, oro, materie prime, liquidità) e con diversi gradi di volatilità il portafoglio sarà più stabile e potrò valutare un ribilanciamento del rischio approfittando dei cali.
Non puoi prevederlo ma puoi prepararti
Howard Marks
Per avere assets de-correlati bisogna prima conoscere la macroeconomia e la sensibilità che le singole asset hanno tra loro (correlazioni) in relazione anche allo scenario macro.
Sapere come si muoveranno aiuterà il portafoglio ad oscillare meno ed essere quindi più resilienti ad improvvisi cambi di scenario.
Nel seguente esempio, i due grafici a sinistra mostrano l’andamento di due investimenti presi singolarmente, mentre il grafico a destra indica il rendimento di un ipotetico portafoglio costruito attraverso la somma dei primi due e, quindi, diversificato e decorrelato.
“Se si riducono le fluttuazioni nel portafoglio di investimenti si riduce anche l’impatto delle emozioni e del comportamento sull’investimento”
– Jack Bogle-
Il principio alla base della teoria di portafoglio moderna (Modern Portfolio Theory) spiega che il rischio di un portafoglio non dipende soltanto dalla rischiosità delle asset class che lo compongono ma anche da come queste tendano a muoversi tra loro più o meno nella stessa direzione.
Quando due assets class si muovono nella stessa direzione si dice che sono correlate positivamente.
Viceversa due asset class che si muovono in direzione opposta sono correlate negativamente.
E’ possibile misurare la correlazione tra due asset class attraverso il coefficiente di correlazione:
quando il coefficiente è pari a 1, la coppia di asset è perfettamente correlata (le attività si muovono, cioè, nella stessa direzione).
quando il coefficiente è pari a -1 la coppia di asset è perfettamente decorrelata (le attività si muovono in direzione opposta).
Quando tale coefficiente è pari a 0 vuol dire che si muovono tra loro indipendentemente, ovvero c’è totale assenza di rapporto e interdipendenza.
L’utilizzo di asset class correlate positivamente non offre alcun beneficio in termini di diversificazione e protezione ma complica soltanto la gestione del portafoglio.
Per esempio avere in portafoglio si azioni, ma anche obbligazionario high yield, pur essendo obbligazionario non offrirà stabilità al portafoglio in quanto le obbligazioni high yield sono correlate positivamente con le azioni.
Inoltre bisogna sapere che le correlazioni variano nel tempo. A seconda del contesto macro economico 2 asset possono essere decorrelate o correlate.
Fonte: Janus
Il legame tra azioni e obbligazioni è influenzato dall’inflazione che annulla la loro decorrelazione specialmente alla fine del ciclo economico. In tal caso, diversificare il portafoglio azionario con i bond, non darà alcun beneficio di diversificazione.
Altro esempio di asset utile per decorrelare il rischio di portafoglio è l’oro.
Anche la relazione oro azioni cambia nel tempo a seconda del contesto in cui ci troviamo.
Nei periodi in cui la correlazione diventa negativa (al di sotto della linea rossa) l’oro acquista decorrelazione verso le azioni (efficacia diversificazione alta). Viceversa quando la correlazione diventa positiva (sopra la linea rossa) oro e azioni vanno nella stessa direzione (efficacia diversificativa nulla).
Tuttavia in contesti molto difficili l’efficacia di diversificazione dell’oro risulta evidente.
Il peso da assegnare a ciascuna di queste asset class non è funzionale al rendimento che si spera di ottenere, ma dipende dal livello di rischio e dall’orizzonte temporale dell’investitore.
Riducendo il rischio di un portafoglio (e le potenzialità di ribasso nelle fasi difficili), se ne ridurranno anche le potenzialità di rendimento.
Una strategia d’investimento che persegua l’obiettivo della stabilità, oltre che del rendimento, sarà necessariamente meno remunerativa rispetto ad una basata sul solo investimento azionario, specialmente se si imbocca un periodo in cui l’azionario tira e sale, poiché è zavorrata da asset (obbligazioni, oro, materie prime, liquidità) che non si muovono con la stessa intensità se non in senso contrario.
Quindi un atteggiamento difensivo la si paga con un minor rendimento. Le fasi di mercato favorevoli alle azioni possono essere inoltre molto lunghe.
“Si può guadagnare davvero bene investendo nei mercati finanziari a patto di diversificare il portafoglio e di non perdere la pazienza se gli asset non cominciano a salire appena li avete comprati.
A volte la pazienza necessaria è moltissima.”
Benjamin Graham
Se si decide di seguire un approccio “lazy” per i propri investimenti, o market neutral, si deve mettere in conto che inevitabilmente si sottoperformerà rispetto ai portafogli di coloro che hanno deciso di investire solo in azioni.
Prima o poi tuttavia il mercato presenterà loro il conto, ma fino ad allora avrai dovrai accettare di vedere sfuggire le performance stellari delle azioni più alla moda come successo per esempio nel post pandemia.
In termini pratici, si tratta di selezionare dei settori che sono destinati più di altri a beneficiare della crescita globale. Ma, soprattutto, che risultano meno influenzati dall’andamento del ciclo economico. Si tratta dei cosiddetti settori anticiclici o difensivi.
Per esempio i classici asset azionari “difensivi” sono l’heathcare e i consumer stapless, o le azioni value in generale.
Definisci la tua asset allocation strategica
Costruire un modello comportamentale di investimento (asset strategica) è la cosa più sana che il risparmiatore accorto può fare.
Le asset class fondamentali per una corretta diversificazione sono 3:
- azioni
- obbligazioni
- beni reali o materie prime
Il peso da assegnare a ciascuna di queste asset class non è funzionale al rendimento che si spera di ottenere, ma dipende dal livello di rischio e dall’orizzonte temporale dell’investitore.
L’ azionario è l’asset class più redditizia che, tuttavia, richiede qualche attenzione in più.
Perchè l'azionario è l'asset più redditizia nel lungo periodo
Nel medio lungo termine, ciò che guida il prezzo delle azioni sono gli utili societari. Ma nel breve termine sono le aspettative e il sentimento del mercato.
Inoltre, le aspettative eccessivamente ottimistiche di breve periodo potrebbero creare una distorsione tale del valore delle azioni che diventerebbe irrecuperabile nel lunghissimo termine nel caso le aspettative non fossero soddisfatte.
“Gli utili dell’azionario (americano o globale) cresceranno come sono sempre cresciuti dell’8% (non lineare, prendendosi ogni tanto una pausa) all’anno raddoppiando ogni circa 9 anni.
Questa crescita si scaricherà sugli indici. Basta comprare tempo e crescita economica del mondo”
Peter Lynch, gestore del Magellan Fund di Fidelity, 8 ottobre 1944
Per spiegare questo concetto è sufficiente capire la relazione che lega gli utili delle aziende alla loro quotazione in borsa
Faccio una provocazione.
Se fallisse una banca Americana, se ci fosse la Brexit, se l’Italia fosse vicina al fallimento, se crollassero le torri gemelle, se scoppiasse una guerra, secondo te aziende come Mc Donalds, Apple, Amazon…ecc non faranno più utili e falliranno?
La gente dopotutto continuerà a mangiare, a spendere soldi per prodotti di aziende che a loro volta produrranno utili. Ecco perché i mercati azionari nel lungo termine sono l’asset più redditizia.
Tuttavia rimane un asset molto volatile nel breve periodo e andrebbe dosata in base alla sopportazione soggettiva del rischio.
Massimo drawdown e recovery period tollerabili
Un metodo piuttosto affidabile per definire il giusto peso da dare all’azionario è quello di dare una risposta sincera a queste due domande:
- Qual è il ribasso massimo che sono disposto ad accettare?
- Quant’ è il tempo massimo che sono disposto ad attendere prima di recuperare la mia perdita?
Infatti il dato del ribasso massimo tollerabile, per quanto prezioso, non è sufficiente a individuare la corretta esposizione azionaria.
E’, infatti, è opportuno e consigliato anche considerare il periodo di tempo massimo per il quale si è disposti a rimanere in “apnea senza respirare”, ovvero il periodo di tempo che si è disposti ad attendere prima di rivedere recuperato il capitale dopo un forte ribasso.
Perché in quei frangenti l’emotività potrebbe distruggere il valore di un ottimo investimento. Non tutti sono pronti per stare statisticamente 13 anni (come accaduto tra il 2000 e il 2013) in negativo.
In altre parole, potrei anche essere freddo da riuscire a sopportare ribassi più o meno profondi, con una buona tolleranza al rischio, ma se improvvisamente cambiassero le mie esigenze e se avrò necessità del mio capitale entro poco tempo, come ad esempio per comprare un’automobile, dovrò ridimensionare drasticamente la rischiosità del mio portafoglio.
Quanti di noi sarebbero disposti ad attendere 6 anni o, come detto, addirittura 13 anni (il peggiore underwater period degli ultimi 50 anni fu dal 2000 al 2013) prima di rivedere recuperata la perdita del proprio portafoglio?
Le correzioni di breve entità, ovvero gli storni o correzioni di mercato, sono relativamente frequenti e passano in modo piuttosto veloce senza lasciare troppi pensieri per la testa.
Non tutte le crisi si risolvono in pochi mesi e non tutti i ribassi si fermano al -20%. Quando si affronta un pesante bear market, ovvero cali ben al di sopra di un -20%, non solo può essere molto doloroso ma rischia di rivelarsi drammaticamente lungo.
E’ vero, sono piuttosto rari nella storia, quindi, statisticamente parlando, dovrebbe essere molto più probabile vedere mercati al rialzo. Tuttavia sono però già accaduti. Per citare un esempi, dopo il 2007 ci vollero 6 anni prima di tornare in pareggio.
“Ognuno di noi ha un buon piano di investimento fino a quando non sperimenta un mercato ribassista”
Joe wiggins – autore del libro “The intelligent Fund Investor-
I bear market si susseguono nel tempo. Invece di evitarli conviene accettarli come parte del gioco.
Negli ultimi 20 anni, l’investitore azionario spaventato dalle oscillazioni di mercato avrebbe trovato più di una valida ragione per fuggire dal mercato e abbandonare il proprio investimento di lungo termine.
Ciononostante l’azionario dovrebbe essere la base di partenza per la costruzione di un portafoglio in quanto la più redditizia. L’importante è stabilirne l’entità. Quando si vuole dimagrire, la prima cosa a cui si pensa è diminuire le calorie. In un portafoglio invece diminuire (o aumentare) la quota di azionario.
Nello schema seguente, se la tolleranza alla volatilità per esempio è al massimo al 20%, basterà fare il doppio di 20 e si avrà l’entità massima da detenere sottoforma di azionario (40%).
Per tutti coloro che non riescono ad accettare tale volatilità, e non riescono ad accettare 13 anni di negatività statistica prima di rivedere la luce, occorrono de-correlazioni che abbassino tale volatilità, massimo drawdown e underwater period.
Puoi decidere di studiare e fare tutto da solo. In alternativa fatti affiancare da un consulente finanziario preparato che ti accompagni nel percorso di investimento.
Investi per lunghi periodi e rispetta l'orizzonte temporale pianificato
Solo investendo per lunghi orizzonti temporali è possibile annullare tutti i rischi di breve termine, intesi come volatilità di risultato. Inoltre si da modo alla capitalizzazione composta di creare capitali importanti.
Il principio del ritorno alla media (reversion to the mean)
Nel breve i mercati finanziari sanno essere imprevedibili e sorprendenti per la sua irrazionalità, ma su orizzonti temporali lunghi annoiano molto per la loro regolarità, nel senso che si muovono con regolarità ciclica premiando chi investe nelle attività più volatili e per questo a più valore aggiunto (azionario). E’ il cosidetto ritorno alla media che prima o poi farà tornare i valori oltre il loro picco massimo precedente.
“Il prezzo è quello che paghi. Il valore è quello che ottieni.” Prima o poi il prezzo si riallinea al valore.”
Warren Buffet
Le oscillazioni, o correzioni, non sono un difetto, ma una componente normale dei mercati finanziari.
Prima o poi il mercato tornerà ad esprimere con i prezzi il giusto valore.
Al di la delle previsioni degli analisti che si impegnano per cercare di indovinare i trend di breve termine, ci sono prezzi che non si possono spingere oltre determinati livelli, poiché prima o poi i volumi di acquisto torneranno e lo faranno quando meno te lo aspetti.
Per fare un esempio nel 2009 ad aprile i mercati azionari tornavano a crescere nel pieno della crisi finanziaria senza alcun motivo.
Market timing: Uscire dall'investimento durante i cali per cercare di rientrare successivamente non premia
Entrare e uscire dai mercati è deleterio per i tuoi risultati (market timing). I mercati finanziari risalgono sempre!! E lo fanno anche rapidamente.
Se perdi il rimbalzo rischi di compromettere la strategia di lungo termine.
Dal 1994 al 2013, l’indice S&P 500 ha registrato una crescita media del 9,22% all’ anno. Ma se ti sei perso i migliori 10 giorni di rialzo i tuoi rendimenti sono scesi a solo il 5,49% all’ anno. Se ti sei perso i migliori 20 giorni di rialzo, i tuoi guadagni sono scesi al 3,02%. E se ti sei perso i 30 migliori giorni di rialzo? I tuoi guadagni si sono annullati!
Il più grande pericolo è stare fuori dai mercati. La paura non viene premiata. Il coraggio e la razionalità sì.
Anche i mercati finanziari hanno gli anticorpi. Infatti dal punto di vista economico-finanziario, la storia insegna, tutte le crisi o oscillazioni negative più o meno marcate dei mercati finanziari non avranno la forza di modificare il normale corso dell’economia mondiale nel lungo periodo, che cresce sempre e risponde puntualmente a situazioni più o meno complicate attivando anticorpi naturali ed efficaci. Questi anticorpi possono attivarsi quando meno te l’aspetti, come per esempio il discorso di un presidente di una banca centrale, il taglio di tassi ecc..
E’ normale un rialzo ma è anche normale una correzione, di qualsiasi entità, di qualsiasi durata perché i mercati esigono gestione, esattamente come lo esige il tuo mestiere, la tua famiglia, la tua salute.
Coi rialzi guadagni danaro e con le correzioni puoi preparare i futuri guadagni avendo metodo e tempo. Semplice. E’ il ciclo pratico e di sempre dei Mercati.
Le fasi di espansione durano di più di quelle di contrazione.
Le oscillazioni sono una componente ordinaria del gioco. Invece di vivere nella paura ordinaria di esse, dobbiamo accettarle come eventi normali e regolari, come all’ inverno segue sempre l’estate. Questa è la lezione di più di 100 anni di storia.
L’osservatorio di Finanza comportamentale ha paragonato l’andamento di due portafogli uguali di due investitori che hanno adottato due comportamenti diversi:
- in arancione l’andamento del portafoglio dell’investitore che è uscito durante la discesa dei mercati degli ultimi dieci anni per poi rientrare non appena i mercati erano in procinto di risalire.
- in blu l’andamento del portafoglio di un investitore buy and hold, che non è mai uscito dall’investimento e ha aspettato che la discesa passasse alla successiva fase fisiologica di risalita
Il risultato è che il primo portafoglio ha avuto un rendimento inferiore del 35% rispetto all’investitore del secondo portafoglio che è rimasto sempre investito senza farsi sopraffare dall’aspetto emotivo.
I mercati sono imprevedibili e cercare di fare market timing, ovvero cercare di intercettare il momento giusto per entrare o uscire dai mercati, non riesce neanche ai cosiddetti “Guru” della finanza o ai massimi esperti del settore ed è una scelta rischiosa per i propri soldi.
Perdersi le riprese dei mercati può essere molto costoso per chi investe con un orizzonte di lungo termine.
A meno che non si sappia esattamente quando rientrare nei mercati, è dimostrato che rimanere investiti durante le flessioni dei mercati premia il risultato finale. Quando vendi azionario non sarai mai sicuro di far bene. Lo farai per paura di perdere ciò che il mercato ti ha regalato sin li, o per avidità pensando di poter poi rientrare a prezzi più bassi.
Ma spesso, come dimostrato dalla storia, il mercato continua a salire e, se fosse così, non sarà praticamente mai più l’ora di rientrare.
Quando invece si compra sui drawdown , e se lo si fa per “sempre” senza previsioni di vendita, non si sbaglia mai perché si compra sempre a sconto rispetto all’apice precedente.
La conseguenza di questa analisi è quella seguita da Warren Buffet: si compra azionario per non venderlo mai più! (il ribilanciamento è un fatto tecnico)
“I mercati finanziari sono uno strumento per trasferire denaro dagli impazienti ai pazienti.”
Warren Buffet
Quindi la cosa più efficiente da fare è strutturare un’asset allocation che ci consenta di rimanere sempre investiti, e le cose giuste da fare sono:
- Rimanere fermi senza far nulla e aspettare che la volatilità alta lasci spazio alla razionalità dei mercati che prima o poi riallineeranno i prezzi ai giusti valori. Bisogna rispettare l’orizzonte temporale che si è pianificato.
- Se si ha la possibilità di avere liquidità aggiuntiva, aggiungere durante le fasi di ribasso per aumentare rendimento atteso e diminuire il recovery period (tempo di recupero).
- Il ribilanciamento è solo un fattore tecnico, non è market timing. Ribilanciare il portafoglio nelle fasi alte, di guadagno, aiuta l’investimento semplicemente ad essere coerente con il proprio profilo di rischio. Ma per far questo occorre che il portafoglio non solo sia ben diversificato, ma le asset all’interno siano ben decorrelate.
Il market timing è sconveniente anche nelle fasi di rialzo
Perché non è trading. Bisognerebbe investire sempre per orizzonti temporali lunghi proprio perché nel breve periodo i prezzi si possono discostare anche di molto da quello che effettivamente è il valore reale dei propri investimenti.
E pensare di uscire anche al prossimo rialzo per sperare di rientrare in futuro alla prossima correzione è controproducente. Si rischia di perdere opportunità di guadagno.
Sempre poi se una correzione ci sarà di li a pochi anni, e sempre se la correzione sarà più profonda rispetto al punto di uscita, e sempre se si ha la fortuna di azzeccare esattamente il punto di inversione (ad oggi nessuno è in grado di prevedere il futuro) successivo alla discesa.
Anche se poi si dovesse presentare veramente l’opportunità di investire i soldi o rientrare in seguito ad un calo dei mercati, la nostra testa giocherà sempre un ruolo fondamentale nel non farci cogliere l’opportunità.
Per esperienza vissuta, molti investitori pur avendo liquidità pronta per essere reinvestita, hanno sempre paura nell’entrare con tutto il capitale poichè, essendo bombardati dai mass media di notizie negative, si bloccano per paura di non azzeccare il punto minimo. Le scuse negli anni sono le più disparate, ma l’epilogo è sempre lo stesso: opportunità persa e quindi soldi non guadagnati.
SEGUIMI SUI SOCIAL
ISCRIVITI AL MIO CANALE
YOUTUBE
Iscriviti per non perderti video sulla finanza personale che gratuitamente metto a disposizione di tutti
Dott. Alessio Zaccanti
Consulente finanziario
Personal Financial Advisor
Seguo clienti in tutta Italia.
Con la Consulenza Evoluta fornita dalla mia banca beneficerai di:
- ZERO conflitti di interesse
- ZERO commissioni di acquisto
Basato su 105 recensioni
1992
L'ITALIA STAVA PER FALLIRE
Ma che sei matto? Soros ci manderà a gambe all'aria. Per ora vedo cosa accadrà e poi forse investirò di nuovo qualcosa.
2002
TORRI GEMELLE E BIN LADEN
Ma che sei matto? Con la guerra, il terrorismo. Investo una piccola parte, non si sa mai che succede qualcosa qui in Italia.
2011
SPREAD BTP-BUND TEDESCO
Ma che sei matto? Stiamo per fallire. Faremo la fine della Grecia se non peggio. Forse se non falliremo qualcosa investo.
2020
PANDEMIA E LOCK-DOWN MONDIALE
Ma che sei matto? Sarà un disastro mondiale. Investo meno della metà perché non si sa mai come andrà a finire con il virus.
2022
GUERRA UCRAINA E IPER-INFLAZIONE
Ma che sei matto? Con la guerra e l'inflazione senza fine? se scoppia la 3 guerra mondiale? Per ora entro solo con poco, non si sa mai.
SEGUIMI SUI SOCIAL
ISCRIVITI AL MIO CANALE YOUTUBE
Iscriviti per non perderti video sulla finanza personale che gratuitamente metto a disposizione di tutti
Dott. Alessio Zaccanti
Consulente finanziario
Personal Financial Advisor
Seguo clienti in tutta Italia.
Con la Consulenza Evoluta fornita dalla mia banca beneficerai di:
- ZERO conflitti di interesse
- ZERO commissioni di acquisto
Basato su 105 recensioni
Ribilancia il portafoglio per creare extra rendimento o riportare il rischio all'origine
Ribilanciamento significa riportare i pesi delle asset allo stato originario. A mio avviso questa fase del processo di investimento può essere vista anche in senso dinamico, ovvero non necessariamente il portafoglio dovrebbe essere ricostituito con i pesi originari, ma l’asset allocation può adattarsi liberamente alla fase del ciclo macroeconomico che si attraversa.
Per fare un esempio, nel periodo post pandemico, con tassi di interesse negativi, la porzione di obbligazioni lunghe potevano essere benissimo azzerate a favore di duration più corte.
Ribilanciamento grazie alla decorrelazione delle asset
Con una corretta attività di ribilanciamento diminuiscono i tempi di recupero.
Inoltre consolidi i rendimenti e re-investi sui cali. Incrementerai di conseguenza il rendimento atteso e il portafoglio è più stabile. La regressione verso la media farà il resto.
Combinare assets che si comportano in modo contrapposto (cioè non correlato) nelle diverse fasi di mercato consente di attutire l’impatto dei ribassi sul portafoglio. Inoltre, detenere asset che salgono quando altre scendono, permette di ribilanciare incrementando le componenti in sofferenza o in perdita a prezzi vantaggiosi.
E’ in sostanza una performance commerciale, creata dall’attività sul portafoglio che in linea di massima dovrebbe essere pilotata dal consulente finanziario. Si vendono gli assets in utile per ribilanciare l’asset allocation predefinita acquistando quelli che hanno performato meno o perso. In questo caso viene mantenuto costante il profilo di rischio e viene creato l’alpha del portafoglio.
Il ribilanciamento è solo un fattore tecnico, non è market timing. Ribilanciare il portafoglio nelle fasi alte, di guadagno, aiuta l’investimento semplicemente ad essere coerente con il proprio profilo di rischio. A tal proposito vedi il mio video sul ribilanciamento.
Accademicamente parlando il ribilanciamento bisognerebbe farlo 1 volta l’anno. Altri, tra i quali anche io, sostengono invece vada fatto discrezionalmente, in base alle opportunità e alle inefficienze che creano i mercati finanziari, o per scelte di buon senso.
E ricorda, come già detto prima, tutto prima o poi torna alla media.
Si può ribilanciare anche con soldi liquidi
Nel campo degli investimenti la mente delle persone spesso non ragiona con la dovuta razionalità.
Infatti quando ci sono i saldi tutti quanti ne vorremmo approfittare comprando più vestiti possibile poiché siamo fermamente convinti che sia un affare.
Perché invece in seguito ad un calo dei mercati azionari il risparmiatore diventa avverso al rischio e non approfitta spesso dei saldi di borsa? proprio per questo è importante la figura del consulente finanziario che deve trasformarsi in psicologo ed essere bravo a riportare il cliente a ragionare con razionalità.
Ne beneficerà il rendimento atteso dell’investimento.
“Compra durante i periodi di pessimismo”.
I mercati “TORO” nascono dal pessimismo, crescono con lo scetticismo, maturano nell’ottimismo e muoiono nell’euforia.
Il periodo di massimo pessimismo è il migliore per comprare e il periodo di massimo ottimismo è il migliore per vendere”
Sir John Templeton
Alla base del concetto di ribilanciamento c’è la regola matematica che descrive il funzionamento del pac piano di accumulo e del principio del ritorno alla media.
Grazie alla formula del dollar cost averaging tutti gli aggiuntivi derivanti da liquidità fresca o da ribilanciamenti andranno ad abbassare il costo medio dell’investimento. Basterà successivamente attendere che il ritorno alla media insita nei mercati finanziari e il lungo periodo facciano il resto.
“Basta avere paura quando gli altri sono avidi ed essere avidi quando gli altri hanno paura”
Warren Buffet
Ragiona con razionalità: l'emotività può distruggere il valore di un buon investimento
L’emotività distrugge il valore di un ottimo investimento. Potrebbe spingerti ad investire su prezzi alti e vendere a prezzi bassi se non ragioni con razionalità.
La borsa è l’unico negozio al mondo dove in tempo di saldi non entra mai nessuno, salvo poi avere “file chilometriche” quando i prezzi sono ai massimi! In tal maniera investire porta a perdere soldi.
Quando sale si compra (e invece bisognerebbe consolidare o ribilanciare). Quando scende si ha paura e si vende (e invece si dovrebbe comprare). Si chiama paura di perdere e avidità di non guadagnare mai abbastanza.
Il compito di un bravo consulente è anche quello di frapporsi tra gli obiettivi finanziari e l’emotività distruttiva di valore del cliente.
Stessa situazione, diversi atteggiamenti.
Come ti comporteresti davanti ad un crollo dei mercati finanziari inondato di notizie negative dei telegiornali dalla mattina alla sera?
I possibili atteggiamenti che potresti avere sono 3:
Ti fai prendere dal panico, dalla paura di perdere irrimediabilmente soldi, e quindi decidi di vendere
Rifletti. In certi casi consulti il tuo consulente finanziario. Comprendi che si tratta di una normale oscillazione dell’investimento e quindi attendi il tempo pianificato a monte.
Rifletti. Consulti il tuo consulente finanziario. Ribilanci il portafoglio o meglio ancora aggiungi soldi per mediare e approfittare dei prezzi più bassi sui mercati finanziari.
La differenza nell’essere un investitore razionale piuttosto che emotivo, nella stragrande maggioranza dei casi, determinerà il successo o meno dei tuoi investimenti.
Attento ai mass media.
Vedrai soltanto ciò che i TG vogliono, ricordatelo. Loro hanno l’obiettivo di massimizzare l’audience. I tuoi obiettivi sono altri.
Il segreto dell’investitore consapevole: la finanza è contro-intuitiva.
Altrimenti guadagnerebbero tutti. Invece no.
Guadagnano i capaci, quelli che seguono una pianificazione razionale, quelli che fanno il contrario di quello che dice il Tg, quelli che si disinteressano delle proprie emozioni o addirittura fanno il contrario di esse senza pensare ai “se” e ai “ma”.
Non farti influenzare dai Bias
Il comportamento medio del risparmiatore non sarà in grado da solo di catturare le performance che il mercato nel tempo regalerà.
Infatti il suo comportamento sarà condizionato da decine di bias.
I “mismatch” principali distruttivi di performance sono:
- la ricerca di rendimento nel breve periodo
- la richiesta di un tasso obbligazionario certo
- il controllo delle performance nel breve periodo
- la non comprensione dell’oscillazione, delle performance negative specialmente se persistenti
- l‘incapacità di valutazione della congruenza performance/benchmarks
- la credenza che eventi di breve periodo incidano su quelli di lungo periodo
La ricerca di rendimento certo e “senza rischio” fa perdere all’investitore le opportunità di lungo termine, le uniche in grado di permettere di “non impoverirsi”.
Si perché il rendimento del conto deposito, del libretto sono elemosine per menti fragili (Cit. Fulvio Marchese) quelle menti che non sono capaci di mantenere la coerenza temporale delle proprie scelte.
Fatti aiutare da un bravo consulente finanziario per investire
Chi decide di intraprendere un viaggio finanziario chiamato investimento e vuole farselo da solo senza alcun aiuto, studi il significato di diversificazione, il significato di de-correlazione, come si succedono i vari scenari macro-economici e che impatti hanno sugli assets, il percorso del ritorno alla media cosa implica ecc..
Prenda coscienza che questo viaggio potrebbe non essere confortevole, e che potrebbe trovarsi impantanato in un mercato ribassista anche per molti anni perdendo fiducia nei mercati finanziari distruggendo così i propri progetti pianificati.
Chi invece desidera essere aiutato ed intraprendere un viaggio confortevole in compagnia, si scelga il proprio autista chiamato consulente finanziario che lo guidi verso la destinazione. La scelta del giusto consulente finanziario è importante tanto quanto la scelta del giusto chirurgo che deve operarti. E lo paghi il giusto, o in maniera implicita o esplicita, la scelta sta a te.
Nel campo della finanza nessuno è in grado di fare previsioni certe. Investire non significa avere la dritta da chi ti farà diventare ricco.
Certo si possono intuire le tendenze di fondo (come per esempio in caso di tassi bassi l’azionario è probabile che performi bene, come possibile che nello stesso caso il settore obbligazionario sarà sofferente un domani che i tassi saranno alzati) ma lo scopo di un portafoglio efficiente è quello di essere resilienti a tutti gli shock finanziari, ottenere buone performance in tutte le fasi del ciclo macroeconomico, mantenendo sempre volatilità e rischio il più possibile bassi in linea con la tolleranza al rischio di chi investe.
Infatti nessuno può prevedere il futuro, da qui la necessità di un portafoglio che mitighi l’impatto finanziario di eventi economici imprevisti, noti come eventi del cigno nero.
Proprio per questo si dovrebbe evitare di dar fiducia a persone che millantano doti professionali predittivi sul dove investire. In tal maniera si eviterebbe di fare enormi danni al proprio investimento.
Il consulente finanziario invece potrà consigliarti costruendo un portafoglio in base agli obiettivi finanziari e di vita, come cucire un vestito su misura, e supportarti nei periodi difficili dove l’emotività potrebbe distruggere il valore intrinseco dei propri investimenti.
Quando si investe il cervello di chi investe richiede guadagno, possibilmente nel più breve tempo possibile e senza oscillazioni. In realtà quando si investe si compra rischio sul mercato.
Proprio per l’importanza del ruolo, ognuno vorrebbe che i propri interessi siano curati da un professionista preparato. La preparazione non è implicita per il solo fatto di lavorare in un’ istituto finanziario. Quindi diventano importanti l’esperienza, il percorso accademico, la tipologia di carriera e le certificazioni in possesso che ne dimostrano in maniera “oggettiva” le competenze. La certificazione EFA può essere utile per capire se il proprio consulente detiene standard elevati professionali ,ma non è tutto. La banca per la quale lavora deve essere specializzata nel campo e offrire strumenti all’avanguardia. Infatti anche il miglior chirurgo al mondo se non ha a disposizione gli attrezzi del suo mestiere non potrebbe portare a buon fine un’operazione.
Se sei interessato a conoscermi meglio visita la pagina dedicata al mio profilo.
In Italia il 45% degli investitori non sa come viene remunerato il proprio consulente finanziario, mentre il 37% crede che il servizio sia addirittura gratuito.
Anche questo denota lo scarso livello di educazione finanziaria in Italia.
Per fare chiarezza, la quasi totalità del mercato italiano funziona su commissioni in funzione del prodotto venduto dal consulente/private banker. In sostanza il cliente paga (alla banca o emittente del prodotto) una commissione di sottoscrizione (ma che può essere anche azzerata discrezionalmente dal consulente) e una commissione di gestione annua in funzione del patrimonio investito che il cliente non vede in quanto addebitata all’interno del prodotto stesso. Tali commissioni vanno a ridurre semplicemente il rendimento del prodotto stesso.
Il consulente finanziario percepisce una percentuale di tale commissione dalla sua banca. In tal caso il consulente potrebbe essere spinto a collocare prodotti a maggior retrocessione (fondi e sicav) per lui configurandosi un conflitto di interesse che potrebbe non combaciare con quello del cliente.
Poi esiste la categoria del consulente indipendente, pagato esclusivamente dal cliente con una parcella grazie alla quale non dovrebbero esistere conflitti di interesse. Nei paesi anglosassoni la consulenza a parcella rappresenta la maggioranza rispetto a quella a retrocessione, e tutti i conflitti di interesse sono messi a conoscenza del cliente ( anche da noi effettivamente). In tal caso i prodotti più collocati risultano essere gli etf.
Infatti gli etf non danno retrocessioni alla banca e hanno, proprio per il fatto che replicano passivamente dei mercati, una commissione di gestione più bassa. In tal caso il consulente è remunerato con la parcella.
Qual’è il migliore? A mio avviso non esiste una soluzione migliore delle altre poiché le variabili in gioco sono molte. A mio avviso la cosa importante è la funzione che devono avere le assets in un portafoglio.
La differenza sta nel come vuoi pagare i costi e che tipo di strumento prediligi. L’addebito dei costi sul conto è trasparente, sai quanto paghi, ed elimini il possibile conflitto di interesse in relazione ai strumenti utilizzati.
Se non digerisci la parcella sul conto allora pagherai la consulenza all’interno dei prodotti stessi. Credo che la decisione spetti al cliente. Pur tuttavia lavorare a parcella per un consulente finanziario è più professionale e consente di lavorare al 100% nell’interesse del cliente.
CONCLUSIONI
Il rendimento atteso , o performance, è diretta funzione della permanenza in un segmento di rischio finanziario, il quale necessita di un orizzonte temporale determinato.
Tanto più ampio è l’orizzonte temporale tanto più elevata sarà la remunerazione diversificando in strumenti con componente di rischio/rendimento meglio ottimizzata. L’oscillazione, o volatilità, è una caratteristica (non un difetto!) delle attività più rischiose che però nel medio/lungo termine rendono di più.
Pianifica il rischio e affronta i drawdown statistici (oscillazioni negative) con le dosi di capitale che il tuo profilo di rischio accetta in tempi coerenti e pianificati. Il rischio specifico va eliminato dai portafogli.
Ricorda che senza il rischio non c’è rendimento, non esiste un investimento che guadagna sempre.
Pianifica il rischio e affronta i drawdown statistici con le dosi di capitale che il tuo profilo di rischio accetta in tempi coerenti e pianificati.
Dopo aver composto il portafoglio con assets decorrelate, quantifica il rischio nel suo insieme e verifica la coerenza con il proprio profilo. Ribilancia periodicamente o discrezionalmente il rischio per approfittare dei cali fisiologici e diminuire i recovery in seguito a brusche discese.
Per far tutto questo, affidati ad un consulente finanziario con competenze certificate. Le competenze di chi opera nel settore o in filiale non sono certificate da nessuno, l’addetto alla consulenza è referenziato solo dal brand della banca. Infatti la consulenza consiste normalmente nel vendere ciò che serve alla banca. EFPA è il più autorevole organismo professionale a livello europeo che certifica altissimi standard professionali del financial advisor. Il processo di formazione e aggiornamento è continuo e costante nel tempo e garantisce al cliente competenze di livello assoluto.
Domande ricorrenti
Hai già un consulente che ti segue e non sei soddisfatto?
Se non sei soddisfatto del consulente finanziario che ti segue puoi sempre cambiarlo.
Non sei obbligato a tenere quello che ti ha assegnato la banca.
Guarda il mio video che ho fatto al riguardo.
Se non abiti a Roma potrebbe essere un problema?
Assolutamente NO!
Seguo molti clienti in tutta Italia e all’estero. Infatti la tecnologia ci viene incontro e tutti i servizi che offre la mia banca possono essere attivati senza problemi per via telematica, a partire dall’ apertura del conto corrente fino alla gestione del portafoglio o del piano pensionistico garantendoti consulenza costante e reperibilità 24 ore su 24. Gli appuntamenti inoltre potranno essere svolti in qualsiasi momento on-line con l’ausilio di qualsiasi piattaforma di comunicazione a distanza.
Posso diventare cliente mantenendo come conto principale quello della mia banca?
Certamente! puoi tranquillamente continuare ad utilizzare la tua banca come conto principale.
E’ necessario comunque aprire un secondo conto con la banca con la quale lavoro, che potrà essere utilizzato senza problemi come conto di investimento. Avrai così l’opportunità di testare senza impegno anche la validità e l’efficienza della banca.
E se decidessi di cambiare banca e spostare tutto con te?
Oggi cambiare banca o Consulente Finanziario è facile.
Basta una firma, anche in remoto on line. Ti assisterò personalmente nel trasferimento dalla vecchia Banca di Titoli/Fondi, Utenze/Rid (Sepa), Mutuo/Carta Corporate, tutti facilmente e gratuitamente trasferibili come da Legge Bersani del 2007.
E avrai la mia costante assistenza e consulenza gratuita a tua disposizione. Un unico referente e professionista che ti segue, con cui pianificare il tuo futuro, per costruire il tuo benessere.
Contattami gratuitamente
Per avere ULTERIORI INFORMAZIONI o per un incontro conoscitivo personale o a distanza on-line
Se vuoi investire ma NON SAI DA DOVE INIZIARE
Se hai degli INVESTIMENTI ma non sai se sono EFFICIENTI e desideri un’ ANALISI GRATUITA
Se NON SEI SODDISFATTO della tua banca, del tuo consulente finanziario e dei rendimenti ottenuti fino ad ora
Per PIANIFICARE il tuo futuro finanziario e pensionistico
Compila il form e sarai ricontattato entro 24 ore