Asset allocation del portafoglio di investimento
Asset allocation: è l’allocazione strategica del capitale del portafoglio di investimento che cattura i rendimenti che costantemente i mercati offrono.

Tabella dei Contenuti
Cos'è l'asset allocation
L’asset allocation è un processo di distribuzione del capitale di un portafoglio di investimento tra azioni, obbligazioni, materie prime e liquidità. L’obiettivo dell’asset allocation è quello di allineare il portafoglio alla tolleranza al rischio dell’investitore e al suo orizzonte temporale.
L’allocazione di tali attività è la materia trattata dal consulente finanziario, quindi è auspicabile che chi investe o conosca bene la materia, o si faccia aiutare da una figura professionale come la mia per evitare di sbagliare.
Quali tipologie di asset allocation esistono?
Il processo di investimento parte sempre dalla composizione dell’asset allocation, ovvero l’allocazione degli attivi. Esistono 3 tecniche di asset allocation:
- Asset allocation strategica
- Asset allocation tattica
- Asset allocation dinamica
Vediamo di cosa si tratta.
Asset allocation strategica
L’Asset Allocation Strategica è quella definita Core, lo scheletro che compone il nostro portafoglio, che rimarrà sempre presente. Quindi segue la logica del buy-and-hold (ossia acquista e mantieni).
Sarà l’espressione, la conseguenza di quello che è il nostro orizzonte temporale e la nostra tolleranza al rischio.
Quindi non ci si concentra sull’investimento del singolo asset, ma sulla prestazione complessiva dell’intero portafoglio. Infatti come in una ricetta, non è tanto importante il singolo ingrediente, ma il sapore che verrà fuori dal mix degli ingredienti.
Ed è importante per questo avere una diversificazione vera, assets che non siano correlate tra loro. Per esempio avere una componente obbligazionaria high yield non ti salverà da un crollo dell’azionario in quanto le due asset hanno storicamente una correlazione positiva.
In linea generale si prendono in considerazione grandi asset class come
- Azioni
- Obbligazioni
- materie prime
- liquidità
La proporzione in cui viene distribuito l’importo investito in queste tipologie di asset dipende come detto dall’orizzonte temporale che ci diamo e dalla tolleranza al rischio.
La maggior parte del contributo al rendimento del portafoglio deriverà dalla decisione di ripartire in azioni piuttosto che in obbligazioni o in liquidità. Un investitore che non si assume abbastanza rischi non ottiene un rendimento soddisfacente, un investitore che si assume invece troppi rischi può trovarsi a corto di liquidità.
La corretta asset allocation riduce la probabilità di trovarsi in queste due situazioni estreme. Per avere un’idea di calibrazione del rischio ci si potrebbe, in linea molto generica e non esaustiva, prendere spunto da questo schema.

Se per esempio al massimo volessi correre il rischio momentaneo di oscillazione del 20%, dovrei al massimo avere il 40% di azioni, ovvero il doppio dell’oscillazione target. Periodicamente tale allocazione dovrebbe avrà necessità di essere ribilanciata.
Ribilanciare il portafoglio significa riportarlo alle proporzioni iniziali di investimento in azionario o obbligazionario. Al variare dei prezzi infatti la ripartizione del portafoglio è normale che devierà da quella iniziale.
Se per esempio inizio con un’allocazione strategica di 50% di azioni e 50% di obbligazioni, con 100.000 di capitale suddivise quindi equamente, e il mercato azionario guadagna il 20% e l’obbligazionario rimane fermo la composizione nuova sarà 60.000 azionario e 50.000 obbligazionario. Il valore di portafoglio ora sarà di 110.000 e per ripristinare l’allocazione iniziale di 50% azioni e 50% obbligazioni, dovrò vendere 5000 di azioni a favore delle obbligazioni.
Asset allocation tattica
L’Asset Allocation Tattica invece è la parte dell’investimento che usiamo per rendere attivo il portafoglio, ovvero entrare ed uscire dal mercato (Market Timing) per posizionarci su assets che possono ottimizzare il rendimento o il rischio del portafoglio in determinati contesti macro economici.
Si basa sull’assunto che è possibile battere il mercato ottenendo una performance migliore dell’indice di riferimento, attraverso una gestione attiva del portafoglio. Per ottenere questo risultato si ricercano anomalie di prezzo, opportunità offerte da specifiche situazioni di mercato o da determinate nicchie che si spera sovraperformeranno il mercato.
Le dinamiche del mercato e i fattori macroeconomici hanno un ruolo fondamentale nella definizione dell’asset allocation tattica, ecco perché non è compatibile con un comportamento buy-and-hold.
L’andamento dell’economia e dei mercati finanziari è dominato dal ripetersi dei cicli economici in cui si alternano fasi di crescita economica, consolidamento, contrazione e recessione.
E nel succedersi delle diverse fasi gioca un ruolo fondamentale l’inflazione. Ci sono settori azionari che riescono a ottenere risultati migliori di altri in determinate fasi del ciclo economico.
Conoscere le diverse fasi del ciclo servirà a sovrappesare i settori più favoriti e sottopesare quelli che, potenzialmente, saranno i più penalizzati.
Questa immagine mostra l’andamento del ciclo economico e il contestuale ciclo del mercato azionario.

Come si può notare, il ciclo del mercato azionario anticipa quello dell’economia (nel bene e nel male): i mercati iniziano a salire prima che l’economia si riprenda e scendono prima che l’economia inizi a rallentare.
Ci saranno, a seconda di dove ci troviamo, settori nell’ambito azionario che avranno performato e altri che avranno perso.
A livello tattico, quindi, con una parte marginale del portafoglio, durante una fase espansiva si potrebbe incrementare la tecnologia, i consumi discrezionali, che beneficiano della ripartenza e di una situazione di bassa inflazione.
Man mano che il ciclo va avanti tatticamente si potrà invece deviare verso l’energy e consumi di prima necessità quella porzione, settori che beneficiano di situazioni di alta inflazione o rallentamento economico.
Scegliere di utilizzare l’Asset Allocation tattica presuppone aver maturato tanta esperienza sul campo e accettare l’idea di poter prendere decisioni momentaneamente errate poiché se da un lato è sicuramente vero che i cicli si ripetono con una certa periodicità, dall’altro ognuno di essi ha caratteristiche diverse da quelli precedenti: non necessariamente per esempio a una fase di contrazione economica segue una recessione. Ma è anche vero che i prezzi nel lungo periodo in virtù del ritorno alla media, prima o poi si riallineeranno al valore.
Le due Asset Allocation viste, strategica e tattica, sono complementari, lavorano insieme. In termini di dimensioni da come si è ben capito la parte core, ovvero l’allocazione strategica, dovrebbe essere sempre predominante perché nessuno può prevedere il futuro, per questo si diversifica il portafoglio con strumenti possibilmente decorrelati.
Asset allocation dinamica
Arriviamo a quella che secondo me la metodologia più affascinante e adatta nella gestione dei patrimoni dove la priorità non è battere un determinato benchmark fissato a priori ma proteggere il patrimonio dai grossi storni e farlo lavorare nel tempo prediligendone la stabilità.
Parliamo dell’asset allocation dinamica. L’asset allocation dinamica si basa sul rispetto di regole che innescano una variazione dell’asset allocation strategica di partenza in base alla situazione di mercato e ai dati macroeconomici, non è vincolata ad uno schema rigido ed è slegata da un preciso benchmark di riferimento.
L’approccio flessibile quindi ha un ruolo fondamentale. L’asset allocation dinamica rappresenta la più difficile da realizzare tra i vari tipi di asset allocation perché è necessario interpretare dati macroeconomici e conoscere la sensibilità delle asset al cambio dei cicli, ma è anche potenzialmente la più performante e la più protettiva del portafoglio nelle fasi ribassiste.
Utilizzando una strategia dinamica è possibile aggiustare il portafoglio diminuendo per esempio il rischio man mano che i dati economici si deteriorano alternando fasi in cui si “gioca in difesa” rispetto ad altre in cui si “gioca in attacco”.
Per esempio in situazioni in cui si passi da uno stato deflattivo in cui le azioni accelerano, e ci si avvicini ad uno iperinflattivo, sottopesare in progress la parte azionaria a favore delle obbligazioni ultrashort modificandone di conseguenza le proporzioni, in caso di shock sull’azionario il portafoglio ne risentirebbe in minima parte. Successivamente, dandosi per esempio una regola, nel mio caso specifico quella del -15%, ogni -15% dell’azionario si potrebbe diminuire nuovamente la parte corta di bond di 1/3 e passarla proprio sull’azionario. Il vantaggio principale dell’asset allocation dinamica, ossia l’assenza di benchmark e la flessibilità di gestione, permette in determinate fasi di ridurre drasticamente il rischio del portafoglio, proteggendolo di fatto nelle fasi ribassiste. Ecco perché la reputo la più affascinante dal punto di vista consulenziale.
Conclusione
L’asset allocation rappresenta proprio la strategia espressione del proprio portafoglio. Quindi è necessario avere competenze sulla materia. In caso non si avesse tali competenze è preferibile affidarsi ad un bravo consulente finanziario che possa prendervi per mano e guidarvi nel lungo viaggio chiamato investimento.
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Dott. Alessio Zaccanti
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