6 mesi post covid, cosa ci hanno portato sui mercati finanziari.
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  • Immagine del redattoreZaccanti Alessio

6 mesi post covid, cosa ci hanno portato sui mercati finanziari.

Aggiornamento: 29 mar 2022



1) Il recupero del 2020 dell’S&P 500 si appresta ad essere un record in termini di velocità.

In questi momenti tutti i clienti che erano così ben predisposti ad investire spariscono.

Eppure questo è il momento in cui bisogna comprare. È il momento dei saldi, degli acquisti a sconto che verranno buoni domani.

Il cervello umano purtroppo però ha scolpito al suo interno il codice antico della paura. Per cui la risposta è quasi sempre “no, non è il momento”.

E invece è proprio il momento giusto.

Solo che l’emotività è più forte di tutto e non ci fa agire razionalmente.

Peccato. Perché quando poi i mercati, come sempre fanno, tornano a salire ecco che i risultati saranno ottimi.

2) BOLLA SUL SETTORE TECNOLOGICO?

L'Euforia del Mercato Per i FAMAG Cambia il Volto dell’S&P 500

Reale cambiamento dei parametri di valutazione di un’azienda o solita bolla speculativa?

Questa è la domanda che in molti si pongono e a cui è complicato rispondere.

Di sicuro c’è un’anomalia sui mercati finanziari, a guardare l’indice S&P 500 con o senza i 5 titoli FAMAG (Facebook, Amazon, Microsoft, Apple e Google) ci rendiamo conto che il mercato più liquido e grande del mondo ha perso la sua efficienza, 5 titoli ne dettano l’andamento e ne condizionano le performance, tipico dei mercati provinciali (Italia compresa).

Comprare oggi tale indice è una “finta diversificazione”. Anche i grandi mercati a volte diventano provinciali e fanno correre rischi che apparentemente non ne presentano.

Pensare che qualcosa sia cambiato è alquanto ingenuo, i mercati si muovono sul prezzo nel breve periodo e sul valore nel lungo, il prezzo di mercato è espressione delle emozioni, il valore della crescita reale.

La rivoluzione digitale ha spazzato via le vecchie logiche dei multipli; I tassi a zero spingono anche gli obbligazionisti più incalliti a puntare sulle azioni; Le nuove politiche monetarie hanno immesso una tale quantità di moneta in circolo, molta parte di esse viene impiegata per comprare azioni; Il Covid ha mostrato le elevate potenzialità del settore tecnologico e gli enormi margini di crescita che hanno le aziende high tech. Queste sono alcune delle “motivazioni” che stanno portando ad una crescita senza soluzione di continuità.

Beh, la storia ci ha insegnato che proprio quando si verificano queste distorsioni cognitive, proprio quando ci si illude che nulla è più come prima, le bolle si iniziano a formare e cresceranno finché non ci sarà qualcuno che griderà: “il Re è Nudo!”

Previsioni sono impossibili da fare, ma non si può non essere cauti, gli eccessi dei mercati vanno sempre riassorbiti. Per questo meglio investire per progetti di vita piuttosto per spinte emotive, non facciamo ingannare dallo “specchietto retrovisore”, non ci illudiamo che Apple, Facebook, Netflix, Amazon, Microsoft etc… cresceranno all’ infinito. Non è mai accaduto e non accadrà nemmeno questa VOLTA.

Investi sugli obiettivi di vita non sulle spinte emotive!!

3) POLITICHE ULTRAESPANSIVE DELLE BANCHE CENTRALI E SVOLTA STORICA DELLA FED SULLA POLITICA MONETARIA IN AIUTO AL SISTEMA ECONOMICO:

Questi i nuovi obiettivi ambiziosi della Fed:

-Tiene bassi i tassi di interesse a zero senza portarli in negativo (quini senza arrecare danni ai bilanci bancari, come nell' esperienza europea) -Irripidisce la curva sulla parte lunga, cercando cosi di fare ripartire le aspettative di inflazione e l'inflazione stessa (bear steepening). -Fa salire la borsa con la bolla creata (effetto wealth) o non la fa sgonfiare violentemente. -Tiene il dollaro debole, con un forward guidance pluriennale di tassi a breve a zero, importando cosi inflazione e recuperando ragioni di scambio. -Con l' inflazione al rialzo, fa perdere valore reale al debito pubblico.

Questo significa che non appena l’economia americana inizierà a correre, sotto la spinta dei bassi tassi di interesse e delle agevolazioni fiscali in atto, l’inflazione supererà il 2% ma a differenza del passato la FED non aumenterà i tassi di interesse e lascerà che la crescita economica si rafforzi anche con inflazione “moderatamente alta”.

Cosa vuol dire questo? Che una volta tanto, ci si preoccupa più dell’economia reale, dell’occupazione e dell’industria che non delle banche e del settore finanziario. Infatti, in un mondo caratterizzato da bassi tassi di interesse qual è quello nel quale ormai da anni viviamo, un tasso di inflazione superiore al 2% non è un problema per chi si indebita bensì per chi finanzia. Infatti, è ragionevole attendersi che chi presta denaro riceverà un rendimento inferiore al tasso di inflazione e questo eroderà il suo capitale a tutto vantaggio di chi si indebita. Un trasferimento quindi dalle rendite finanziarie ai profitti industriali. Dunque, la FED inaugura un nuovo corso, passando da un sistema (semi-) deflattivo ad un sistema inflattivo. Crescerà l’inflazione ma cresceranno anche occupazione e salari, così come il PIL ed altre variabili reali. Chi non potrà ignorare questo cambio di passo è certamente la BCE, la cui politica monetaria finora è stata ispirata a principi diametralmente opposti: controllo ossessivo dell’inflazione, deflazione salariare, disoccupazione strutturale e avanzi primari. In una parola: austerità.


4) DEPREZZAMENTO DEL DOLLARO.

Se la BCE non farà nulla, l’Euro sarà spinto a livelli di forte sopravvalutazione (alcuni economisti americani parlano di una banda Dollaro/Euro di 1,30-1,50) che accentuerà il declino delle esportazioni dell’ Eurozona verso il resto del mondo, schiacciata da un lato dalla crescita prorompente dell’export cinese e dall'altro dalla diminuzione dell’import americano che seguirà alla svolta della Fed ed alle politiche protezionistiche di Trump. Questo implicherà un’accelerazione dei processi di de-industrializzazione, di delocalizzazione e di disoccupazione strutturale.

5) SALITA DEL PREZZO DELL'ORO.

Con il dollaro che si svaluta in tempo di crisi torna in auge l'oro. Ancora non si sa per quanto tempo.


 

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