Trattamento di Fine Mandato (TFM): Guida Completa

Tfm trattamento di fine mandato

Uno degli strumenti più efficaci per proteggere parte del proprio patrimonio, soprattutto per un imprenditore, è il TFM (Trattamento di Fine Mandato).

I capitali destinati a questo strumento, se accantonati in un momento in cui l’azienda è in piena salute – cioè senza problematiche fiscali o con i creditori – sono impignorabili e insequestrabili.

Significa che nessuno potrà toccarli, anche in caso di difficoltà future della tua azienda.

Purtroppo, nella mia esperienza ho conosciuto imprenditori che, anni fa, godevano di ottima salute finanziaria e hanno deciso di reinvestire tutto nell’azienda, senza costruirsi un “tesoretto” personale protetto. Quando poi sono arrivati eventi esterni imprevisti – crisi economiche, contenziosi, ecc. – si sono ritrovati in grande difficoltà, privi di riserve personali.
Ecco perché accantonare oggi, quando tutto va bene, significa tutelarsi domani.

I vantaggi principali del TFM

1. Protezione del patrimonio personale
Come detto, se fatto nei tempi e modi corretti, il TFM costituisce un patrimonio impignorabile e insequestrabile, separato dall’azienda, che nessuno potrà toccare, a prescindere da ciò che accadrà in futuro.

2. Vantaggio fiscale
Il TFM, se realmente accantonato, funziona come il TFR per i dipendenti: è deducibile dal reddito d’impresa e quindi consente un risparmio fiscale.

3. Miglioramento del rating aziendale
Un altro beneficio spesso trascurato è il miglioramento del rating creditizio dell’azienda. Il TFM accantonato è infatti una voce attiva di bilancio: segnala che ci sono risorse accantonate, migliorando la percezione di solidità finanziaria da parte delle banche.
Questo si traduce in una maggiore facilità di accesso al credito e condizioni di finanziamento più vantaggiose.

Tabella dei Contenuti

Cos'è il Trattamento di Fine Mandato (TFM)?

Il Trattamento di Fine Mandato (TFM) è un’indennità riconosciuta agli amministratori di una società alla cessazione del loro incarico. Sebbene possa sembrare simile al Trattamento di Fine Rapporto (TFR) dei dipendenti, il TFM presenta peculiarità fiscali e gestionali specifiche.

Differenze tra TFM e TFR

Anche se il nome può trarre in inganno, il TFM non ha nulla a che vedere con il TFR. Entrambi sono compensi di fine rapporto, ma:

  • Il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) è destinato ai dipendenti e segue un calcolo ben preciso definito dalla normativa.

  • Il TFM (Trattamento di Fine Mandato), invece, è un compenso riconosciuto agli amministratori alla cessazione del loro incarico. La sua struttura e il suo funzionamento sono differenti. Il suo calcolo non è fisso ma soggetto a criteri di congruità e ragionevolezza.

L'importanza della Pianificazione del TFM

La pianificazione del TFM permette alle aziende di beneficiare di vantaggi fiscali e di gestire in modo efficiente il compenso degli amministratori. Tuttavia, è necessario rispettare alcune formalità per evitare contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Come si inserisce il TFM nello statuto aziendale?

L'importanza dell'atto costitutivo e dello statuto

Il primo passo per poter riconoscere il TFM è l’inserimento di apposite clausole già nello statuto societario. È fondamentale che gli imprenditori, al momento della costituzione di una società, si avvalgano di consulenti specializzati (commercialisti, notai, assicuratori) per pianificare al meglio la loro strategia fiscale e aziendale.

L’atto costitutivo è il documento base per definire il destino della società e delle sue regole. Nelle società di capitali, lo statuto diventa uno strumento complementare essenziale, poiché stabilisce le clausole relative alla governance, agli organi amministrativi e alle modalità di gestione finanziaria, incluso il Trattamento di Fine Mandato.

Il riconoscimento del TFM deve essere previsto sin dall’inizio nello statuto societario. Questo documento deve specificare:

  • Chi ha diritto al TFM (amministratori);
  • Come viene erogato (monetariamente o tramite accantonamento);
  • Perché viene concesso (indennità di fine mandato);
  • Quando viene percepito.

Se il TFM non è previsto nello statuto iniziale, è possibile modificarlo in seguito con una delibera assembleare autenticata da un notaio. Il costo di questa operazione varia tra i 1.000 e i 1.600 euro, a seconda della città e del notaio coinvolto.

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Cosa fare se la società è già costituita?

TFM per amministratori già in carica

Se un amministratore è già in carica e lo statuto prevede il TFM, basterà predisporre un atto con data certa anteriore all’accantonamento. La data certa è essenziale per evitare contestazioni fiscali. Alcuni metodi per ottenere una data certa includono:

  • Sottoscrizione di una polizza assicurativa;
  • Verbale di assemblea con invio tramite PEC( e l’amministratore risponde con pec accettando);
  • Registrazione presso l’Agenzia delle Entrate (costo fisso di circa 200 euro).

 

Se invece lo statuto non prevede il TFM e l’amministratore è stato nominato successivamente alla costituzione della società, sarà necessario:

  1. Modificare lo statuto con un atto notarile;
  2. Far dimettere l’amministratore e nominarlo nuovamente sotto il nuovo statuto.

Requisiti per la Deducibilità del TFM

Atto con data certa

Un atto con data certa è fondamentale per dimostrare al Fisco la reale volontà dell’azienda, evitando che eventuali scritture contabili vengano considerate fittizie o costruite a posteriori per “far tornare i conti”.

 

La situazione classica è questa: un’azienda si accorge, in fase di chiusura del bilancio, che l’utile risulta troppo elevato. A quel punto, potrebbe pensare di adottare una strategia per ridurre l’imponibile, ad esempio sfruttando una clausola già prevista sul Trattamento di Fine Mandato (TFM) dell’amministratore, e procedere con una semplice scrittura contabile in cui si accantona un certo importo a tale titolo.

 

Tuttavia, la Cassazione – con diverse pronunce, in particolare nel 2018 – ha chiarito che questa operazione è legittima solo se esiste un atto con data certa anteriore alla nomina dell’amministratore.

 


Fa eccezione il caso in cui l’amministratore sia stato nominato contestualmente alla costituzione della società: in quel caso, l’atto costitutivo stesso rappresenta un atto con data certa.

 

Per esempio la stipula di una polizza assicurativa relativa al TFM rappresenta un documento con data certa. Infatti, i documenti vengono inviati alla compagnia assicurativa e protocollati, garantendo così l’autenticità e la non retroattività della volontà aziendale.

 

Diversamente, se non esiste alcuna clausola statutaria o nessun documento che dimostri in modo inequivocabile la volontà dell’azienda di accantonare un TFM, il rischio è che l’Agenzia delle Entrate possa disconoscere l’operazione, trattandola come una manovra elusiva.

 

Se non si tratta di una polizza assicurativa — dove l’importo da corrispondere è già stabilito — è sempre opportuno redigere un verbale di assemblea che definisca con chiarezza l’ammontare da riconoscere all’amministratore o agli amministratori.

 

Questo verbale deve avere data certa, affinché sia opponibile ai terzi. Ma come si attribuisce la data certa? Oggi è possibile farlo, ad esempio, inviando il verbale via PEC a tutti i soggetti interessati: la PEC ha valore legale equivalente a quello di una raccomandata.

 

Nel verbale si può stabilire un compenso fisso per l’amministratore, ma nulla vieta di legarlo a determinati risultati aziendali, ad esempio al raggiungimento di un determinato fatturato. L’importante è che siano stabiliti a monte i criteri per la sua determinazione.

 

In questo modo, è possibile correlare un maggiore accantonamento (es. TFR o TFM) al maggior risultato ottenuto, riconoscendo il merito dell’amministratore o del gruppo dirigente.

 

L’importante è che tutto ciò sia stabilito in modo chiaro, determinabile, e soprattutto opponibile ai terzi, grazie alla data certa del verbale.

 

Affinché il TFM sia deducibile, quindi, la data deve essere certa e anteriore alla nomina dell’amministratore.

 

Questo può avvenire attraverso:

  1. Atto notarile;
  2. PEC inviata prima dell’accettazione della carica;
  3. Registrazione presso l’Agenzia delle Entrate;
  4. Estratto notarile del libro delle delibere assembleari;
  5. Notifica all’amministratore tramite raccomandata senza busta.

La procedura più comune rimane senz’altro quella definita tramite pec.

 

In assenza di un atto notarile, in tal caso, la delibera di nomina dell’amministratore, contenente anche l’attribuzione del diritto al TFM (Trattamento di Fine Mandato), dovrebbe essere inviata tramite PEC immediatamente dopo la chiusura dell’assemblea, ma prima che il soggetto designato accetti formalmente la carica.

 

Questo perché l’accettazione segna l’inizio effettivo del rapporto e, dunque, ha rilevanza giuridica e fiscale.

 

Nella pratica, si consiglia di seguire questa sequenza operativa:

  1. Inviare via PEC all’amministratore il verbale contenente sia la nomina sia l’attribuzione del TFM.

  2. Ricevere, sempre tramite PEC, l’accettazione della carica da parte dell’amministratore.

 

È altresì raccomandabile che la delibera assembleare, dotata di data certa, indichi l’importo dell’indennità attribuita, in modo da consentire alla società la deducibilità per competenza del TFM.

 

Tuttavia, va ricordato che, secondo la risposta all’interpello n. 292/2021 dell’Agenzia delle Entrate, è ammessa la deducibilità per competenza anche nel caso in cui la delibera assembleare non riporti l’ammontare esatto del TFM, purché tale importo venga successivamente determinato con una delibera del Consiglio di Amministrazione.

Importo congruo e ragionevole

La somma accantonata deve essere proporzionata al compenso dell’amministratore e ai risultati economici dell’azienda. Alcune sentenze hanno suggerito di usare un criterio simile a quello del TFR (quota pari alla retribuzione annua divisa per 13,5), ma non esiste una regola fissa.

Al di là delle discussioni di carattere dottrinale, va osservato che, qualora l’ammontare del TFM per gli amministratori venga determinato applicando il criterio di calcolo del TFR, la società si tutela da eventuali contestazioni da parte dell’Amministrazione finanziaria in merito alla deducibilità dell’indennità accantonata annualmente.

Per congruità potrebbe essere giustificata come l’importanza del suo ruolo sui fatturati dell’azienda sena il quale l’azienda ne risentirebbe per mancanza delle sue skills. 

 

In definitiva, ‘importo accantonato per il TFM deve rispettare criteri di:

  • Ragionevolezza;
  • Coerenza con i ricavi aziendali;
  • Inerenza rispetto al fatturato e agli utili dichiarati.

Non esiste un importo fisso prestabilito, ma deve essere proporzionato alla realtà aziendale e alla struttura dell’organo amministrativo.

Formalizzazione

Formalizzazione dell’Accantonamento: è necessario un verbale di assemblea che stabilisca l’ammontare o i criteri di determinazione del TFM.

Modalità di Accantonamento del TFM

Ci sono tre modalità principali attraverso cui il TFM può essere accantonato  e dedotto. Vediamole con semplicità:

  1. Deduzione mediante accantonamento

    • Ogni anno l’azienda accantona un importo destinato al TFM.

    • Tali somme sono deducibili fiscalmente, purché vengano rispettate regole precise (es. delibera dell’assemblea).

    • I fondi possono restare in azienda o essere versati in una polizza assicurativa dedicata (anche questa deducibile).

    • È la formula più interessante in ottica di pianificazione fiscale, perché permette di rinviare l’imposizione fiscale sull’amministratore.

  2. Deduzione al momento del pagamento

    • Il TFM viene liquidato in un’unica soluzione, senza accantonamenti pregressi.

    • In questo caso, la deducibilità è possibile solo nell’anno del pagamento.

    • È un’opzione più semplice, ma non consente pianificazione fiscale anticipata.

  3. Deduzione tramite polizza assicurativa

    • L’azienda può finanziare una polizza a beneficio dell’amministratore.

    • I premi versati sono deducibili.

    • Alla scadenza, sarà l’assicurazione a liquidare l’importo all’amministratore.

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Vantaggi Fiscali

Vantaggi fiscali per l'azienda

Per l’azienda il TFM è un costo deducibile, riducendo l’imponibile fiscale.

Il TFM rappresenta un’opportunità interessante perché consente di accantonare somme all’interno dell’azienda, ottenendo un risparmio fiscale immediato. Queste somme, infatti, sono deducibili dal reddito d’impresa per competenza, riducendo l’IRES.

Vantaggi fiscali per l'amministratore

La tassazione separata consente di pagare imposte su una base imponibile più bassa rispetto alla tassazione ordinaria (es. il 43%)

La tassazione del TFM segue il principio di cassa, ossia si realizza al momento della sua effettiva erogazione.

 

L’indennità, nel momento in cui materialmente erogata dalla società, ai sensi dell’articolo 25 comma 1 del DPR 600/1973, sarà soggetta a ritenuta a titolo d’acconto del 20%.

 

  1. Al momento dell’erogazione:

    • L’azienda opera una ritenuta d’acconto del 20%.

  2. Successivamente:

    • Se si opta per la tassazione separata(più bassa della tassazione ordinaria visto che è una media), l’Agenzia delle Entrate liquida l’imposta definitiva.

    • Se si opta per la tassazione ordinaria, il reddito concorre alla formazione dell’imponibile complessivo.

La tassazione separata è applicabile fino a un massimo di 1 milione di euro, a condizione che il diritto al TFM risulti da un atto con data certa anteriore alla nomina dell’amministratore.

Quando il TFM non è conveniente?

l TFM potrebbe non essere vantaggioso in alcuni casi, ad esempio quando:

  • L’azienda preferisce distribuire utili agli azionisti piuttosto che accantonarli.
  • Non si prevede di mantenere a lungo l’attività societaria.
  • Gli amministratori sono anche soci e prevedono di rinunciare al TFM in futuro.
  • Si ha una holding operativa che richiede una distribuzione di utili piuttosto che un accantonamento.

Conclusioni

Il TFM rappresenta uno strumento strategico per gli amministratori e le aziende, ma deve essere gestito correttamente per garantire i massimi benefici fiscali e patrimoniali. Rivolgersi a professionisti esperti in materia fiscale e societaria è fondamentale per strutturare il TFM nel modo più efficace e sicuro.

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