Consulenza Finanziaria Evoluta
Sono abilitato dalla mia banca alla consulenza evoluta con cui posso operare senza conflitti di interesse costruendo e monitorando per te portafogli efficienti con i migliori prodotti (ETF, ETC, Fondi) senza vincoli di scelta e a zero commissioni di compravendita, ma con il vantaggio di avere tutto incluso in un unico rapporto bancario senza vincoli contrattuali

Recensioni dei miei clienti
Alessio Zaccanti Consulente Finanziario
Personal Financial Advisor














Tabella dei Contenuti
I Conflitti di Interesse nel Mondo della Consulenza Finanziaria: Cosa è Essenziale Conoscere Prima di Investire
Quando decidi di affidare la gestione dei tuoi risparmi a un consulente finanziario l’aspettativa naturale è che operi esclusivamente nel tuo interesse.
Tuttavia, la realtà è spesso più articolata di quanto possa sembrare. Esistono conflitti di interesse strutturali che possono inconsapevolmente influenzare le decisioni di un consulente.
Comprendere queste dinamiche è fondamentale per proteggere il proprio capitale e ottenere una consulenza autenticamente professionale.
Il Conflitto di Interesse come Attitudine Mentale del Consulente finanziario
Il conflitto di interesse non è solo una questione tecnica, ma rappresenta soprattutto un atteggiamento mentale, strettamente legato alla situazione personale di ciascun consulente.
Un professionista con una solida base clienti e un patrimonio di rilievo maturato nel tempo affronterà le proprie scelte con una prospettiva completamente diversa rispetto a chi è agli inizi o gestisce volumi limitati.
Nel mio caso, ad esempio, la gestione di un patrimonio consistente mi consente di lavorare senza dipendere dalle commissioni per sostenere la mia attività.
Un consulente alle prime armi o con portafogli ridotti, invece, si trova spesso a dover fare i conti con la necessità di generare entrate costanti, rendendo ogni commissione particolarmente rilevante.
Questo può condizionare, anche involontariamente, le raccomandazioni fornite al cliente.
Come affrontare questa criticità? La scelta del consulente non deve basarsi su consuetudini o conoscenze personali, ma andrebbe effettuata con la stessa attenzione con cui sceglieresti un chirurgo per un intervento delicato.
Le Commissioni di Acquisto: Un Potenziale Incentivo alla Movimentazione Inutile
Uno dei conflitti più evidenti emerge quando il consulente applica commissioni di acquisto sui prodotti finanziari.
Ogni transazione genera una commissione, di cui una parte va a suo beneficio. Questo meccanismo può incentivare una rotazione del portafoglio più frequente del necessario, non sempre a vantaggio del cliente.
Come evitare questo conflitto? Se il tuo consulente applica sistematicamente commissioni di acquisto, chiedi di eliminarle: ha piena facoltà di farlo. In caso contrario, valuta serenamente la possibilità di rivolgerti a un altro professionista.
Personalmente, come evidenziato anche sul mio sito, non applico alcuna commissione di acquisto per quanto riguarda i fondi, evitando così questo tipo di criticità. Inoltre, nell’ambito della consulenza evoluta sui portafogli ETF, non prevedo costi di compravendita.
Quando il Costo Favorisce il Consulente più del Cliente
Uno dei conflitti più insidiosi è quello legato alla proposta di prodotti più costosi, che spesso garantiscono un ritorno economico più elevato al consulente stesso.
Un esempio emblematico è quello dei fondi comuni d’investimento, tema che ho già trattato in un mio video dove spiego anche le numerose imprecisioni diffuse online nel confronto tra fondi comuni ed ETF.
Le commissioni di gestione annuali di un fondo non vengono interamente destinate alla società di gestione: vengono suddivise tra
- il gestore
- la banca distributrice
- il consulente che ha collocato il prodotto.
La ripartizione varia a seconda del fondo specifico.
Ad esempio, una commissione annuale dell’1,60% potrebbe essere distribuita così:
- 0,64% al gestore,
- 0,53% alla banca
- 0,43% al consulente.
È evidente che, più alta è la commissione totale, maggiore sarà l’importo destinato a ciascun soggetto coinvolto.
Inoltre, a parità di costo, se un prodotto prevede incentivi più consistenti per banca e consulente, sarà probabilmente privilegiato nella proposta al cliente. Questo fenomeno è frequente quando le banche promuovono principalmente i propri prodotti.
In ambito finanziario, a differenza di molti altri settori, un costo più elevato non è garanzia di una performance migliore.
I gestori più competenti e con storie di successo alle spalle spesso applicano commissioni inferiori e offrono margini ridotti per i collocatori, poiché la qualità e i risultati ottenuti rendono i loro fondi attrattivi senza bisogno di forti incentivi commerciali.
Viceversa, i prodotti con scarsi risultati storici tendono a prevedere incentivi più elevati per facilitare la loro vendita.
Un fondo che parte con un costo aggiuntivo del 3% o 4% rispetto alla concorrenza si trova in partenza svantaggiato e dovrà generare rendimenti significativamente superiori solo per allinearsi alla performance netta di soluzioni più efficienti.
Questa situazione crea un paradosso: il consulente, spinto da incentivi economici, potrebbe consigliare prodotti meno adatti alle reali esigenze di rendimento del cliente nel lungo termine.
A lungo andare, questa scelta può penalizzare anche lo stesso consulente, che generalmente è remunerato sulla crescita del patrimonio gestito e potrebbe quindi vedere ridursi le sue prospettive di guadagno, oltre a minare la fiducia del cliente.
Inoltre, questi meccanismi possono influenzare anche la gestione quotidiana del portafoglio. Una corretta strategia di asset allocation richiede periodici ribilanciamenti per mantenere l’equilibrio tra le diverse componenti.
Tuttavia, alcuni strumenti finanziari, come i comparti azionari, prevedono commissioni più elevate rispetto ai prodotti obbligazionari o monetari.
In fase di rialzo dei mercati azionari, la pratica corretta vorrebbe ridurre gradualmente l’esposizione al rischio, ma questo potrebbe comportare per il consulente una diminuzione delle commissioni percepite, incentivando una gestione meno rigorosa.
Come superare queste criticità? Oltre alla mentalità del professionista, oggi esistono servizi di consulenza evoluta, come quello che offro ai miei clienti con advice+ (advice plus) e per il quale sono abilitato dalla mia banca. Questo modello consente di operare senza conflitti di interesse, selezionando i prodotti migliori (ETF, ETC, Fondi) senza limitazioni e senza applicare commissioni di compravendita.
La remunerazione del consulente, infatti, avviene in modo trasparente tramite il canone di consulenza addebitato direttamente sul conto corrente, non attraverso i prodotti collocati. In questo modo si garantisce una consulenza di qualità, realmente indipendente e focalizzata sugli interessi del cliente.
Comprendere questi conflitti non significa diffidare a priori dei consulenti finanziari. Esistono molti professionisti seri e competenti che operano in buona fede.
Tuttavia, essere consapevoli di queste dinamiche permette di porre le domande giuste e di analizzare con maggiore spirito critico le proposte ricevute.
Un consulente trasparente non avrà difficoltà a illustrare la propria struttura commissionale e a motivare con chiarezza le scelte di investimento suggerite.
Cos'è la Consulenza Finanziaria Evoluta
La consulenza finanziaria evoluta nasce da una necessità impellente e da una promessa rivoluzionaria: eliminare definitivamente i conflitti di interesse.
Facciamo chiarezza su questo tema, visto che sui social circolano tante fesserie, spesso alimentate da qualche consulente che ne fa un uso distorto.
In un video ho già approfondito la diatriba tra fondi ed ETF e ho spiegato quanto sia superficiale confrontarli solo sui costi. Se non lo hai visto, ti lascio il link in descrizione: ti aiuterà a comprendere meglio anche questo contenuto.
Nel modello tradizionale, il consulente viene remunerato attraverso le commissioni generate dai prodotti finanziari che ti propone. Questo crea un meccanismo perverso: più il prodotto è costoso, maggiore sarà il guadagno del consulente.
All’inizio dell’articolo ho già chiarito che il conflitto di interesse è, prima di tutto, uno stato mentale del consulente: dipende sì da fattori professionali, ma soprattutto dai suoi valori e dai suoi principi. Se non lo hai ancora visto, trovi il link anche a quel contenuto.
Questo modello si distingue dalla consulenza finanziaria tradizionale perché si basa su due tipi di remunerazione:
- fee only, solo a parcella, con restituzione degli incentivi derivanti dalla vendita di prodotti finanziari, i cosiddetti rebates. Il conflitto di interesse è eliminato sia se nel portafoglio siano presenti Fondi che titoli ed Etf.
- fee on top, compenso aggiuntivo sulla gestione del portafoglio. In tal caso, pur essendo una forma di consulenza a “parcella”, non elimina il conflitto di interesse a meno che il portafoglio proposto non sia composto nel complesso da soli titoli ed etf.

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Come scegliere un Consulente Finanziario: criteri da seguire
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Questo accade perché ci si accontenta di quello che passa la propria banca senza criteri di selezione. Hai la facoltà di scegliere il tuo consulente Finanziario lo sapevi?
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Perchè i consulenti autonomi dicono che la consulenza evoluta non elimina pienamente il conflitto di interesse?
I consulenti finanziari autonomi, i cosiddetti CFA, quando affermano che la consulenza finanziaria evoluta non elimina pienamente il conflitto di interesse, lo fanno solo per 2 motivi:
- Non sanno di cosa stanno parlando, conoscendo solo la versione fee on top e ignorano l’esistenza della fee only
- Attaccano il loro competitor affermando il falso pur di accaparrarsi il cliente.
In effetti, nel primo punto, se il CFA conosce solo la versione fee on top, è corretto affermare che il conflitto di interesse non è pienamente eliminato. Facciamo chiarezza a tal proposito capendo il funzionamento della struttura commissionale dei 2 principali strumenti utilizzati nella consulenza finanziaria e nella costruzione di un portafoglio:
- Fondi
- ETF’s
Struttura commissionale di Fondi ed Etf
Per comprendere tale sistema e di conseguenza il funzionamento della consulenza evoluta prendiamo come esempio un fondo e un etf. Un etf che costa lo 0,25% che ha reso in 10 anni il 102% e un fondo che costa l’1,5% che ha reso il 122%.

Struttura commissionale dell'etf
L’ ETF costa lo 0,2% perché è una gestione passiva, replica un indice senza intervento umano. Questo costo non comprende la remunerazione della banca e del consulente. Quindi, se desideri utilizzarlo all’interno di un portafoglio in consulenza, dovrai pagare una parcella separata (ad esempio, l’1%). In questo caso, il conflitto di interesse viene risolto proprio grazie all’applicazione della parcella.
Struttura commissionale dei fondi
Il fondo comune invece è gestito attivamente da professionisti che selezionano i titoli che reputano più promettenti e adattano la strategia alle condizioni di mercato.
Il suo costo dell’1,5% è così composto:
- 0,58% va effettivamente al gestore per la gestione del fondo
- 0,92% rappresenta i costi di distribuzione, suddivisi tra: 0,52% alla banca, 0,40% al consulente. In tal caso quindi la remunerazione del consulente è già compresa.
Proprio su questa fetta, lo 0,40%, si gioca la partita del conflitto di interesse.
Più alta è la commissione totale di un fondo, maggiore è a cascata la quota che spetta a ciascuno. O, a parità di commissione di gestione, più è alta la quota di incentivo per banca e consulente più sarà conveniente collocare quel fondo.
Quest’ultimo caso, per esempio, è tipico delle banche che collocano principalmente prodotti di casa.
In finanza, a differenza di altri settori, un prodotto più costoso non garantisce necessariamente una performance migliore. I gestori più bravi non hanno bisogno di incentivare i collocatori: i loro risultati parlano da soli e questo si traduce in commissioni più contenute.
Al contrario, i fondi con performance scarse o poca storia tendono a offrire maggiori incentivi per essere venduti.
Un fondo con costi superiori del 3-4% rispetto ai concorrenti deve generare un alpha molto elevato solo per pareggiare le performance al netto dei costi.
Questo crea un paradosso: il consulente può essere incentivato a proporre prodotti meno efficienti per il cliente, danneggiando indirettamente anche se stesso nel lungo periodo, visto che la sua remunerazione dipende anche dalla crescita del patrimonio gestito.
Inoltre, non tutti gli strumenti generano le stesse commissioni. I fondi azionari, ad esempio, offrono margini più alti rispetto agli strumenti obbligazionari o monetari.
Quando la quota azionaria cresce oltre il target, la buona pratica richiederebbe un ribilanciamento verso asset più prudenti per ripristinare il profilo di rischio, ma questo significherebbe per il consulente accettare commissioni inferiori.
Questo espone al rischio di una gestione meno disciplinata.
i due tipi di Consulenza finanziaria evoluta: Fee on top vs Fee only
Tenendo a mente questi esempi, vediamo come la consulenza evoluta di advice puls affronta queste problematiche.
La consulenza evoluta si articola in due modelli distinti, ciascuno con caratteristiche specifiche e con diversi gradi di efficacia nella risoluzione dei conflitti di interesse: la fee on top e la fee only.
Consulenza finanziaria evoluta "Fee only"
Il modello Fee Only rappresenta l’evoluzione più avanzata della consulenza finanziaria ed è l’unico in grado di eliminare completamente, in ogni situazione, il conflitto di interesse. È il sistema che più si avvicina all’ideale di una consulenza realmente indipendente, focalizzata esclusivamente sull’interesse del cliente. Questo approccio è pienamente applicabile sia agli ETF, sia ai titoli, sia ai fondi efficienti.
Come la fee only elimina il conflitto di interesse nella consulenza evoluta grazie agli abbuoni o rebates
Per comprendere la Fee Only, è essenziale capire come funzionano gli abbuoni, chiamati anche rebates.
Nell’esempio fatto, lo 0,92% come detto costituisce il cuore del conflitto di interesse nel modello tradizionale. Con la Fee Only, invece, questo 0,92% viene restituito al cliente sotto forma di abbuono, ovvero viene accreditato sul conto corrente lo stesso giorno che viene addebitata la consulenza.
Il costo effettivo per l’investitore diventa quindi: Parcella del consulente, per esempio, dell’1% (contrattualmente stabilita e senza IVA, a differenza della consulenza autonoma dove la parcella è soggetta a IVA) più lo 0,58% (che rappresenta la quota realmente trattenuta dal gestore del fondo).
Dal punto di vista pratico, per effetto degli abbuoni, il cliente si troverà a sostenere un costo netto di consulenza pari allo 0,08% annuo, calcolato come differenza tra l’1% della parcella e lo 0,92% restituito tramite rebate.
In questo modo, il cliente ottiene un duplice vantaggio:
- paga meno in termini di costi sul proprio conto corrente;
- mantiene elevata l’efficienza e la qualità del portafoglio.
Il consulente finanziario viene remunerato esclusivamente tramite parcella, che solitamente rappresenta meno della metà dell’importo totale poiché viene suddivisa anche con la banca. Questo modello elimina qualsiasi potenziale conflitto di interesse, e il consulente potrà proporre ribilanciamenti efficienti del portafoglio senza alcun condizionamento economico legato ai prodotti suggeriti.
Consulenza finanziaria evoluta "fee on top".
Fee on top con etf elimina il conflitto di interesse
È il modello di consulenza evoluta più diffuso, caratterizzato dall’aggiunta di una commissione trasparente sopra ai costi del prodotto finanziario.
È la stessa struttura applicata anche nella consulenza indipendente: la classica parcella.
Nel caso di utilizzo di ETF, il consulente non percepisce alcuna remunerazione dal prodotto.
Applicando la fee on top, opera quindi come un consulente autonomo, con un vantaggio in più: nella consulenza evoluta, i costi di transazione sono già inclusi, mentre nella consulenza autonoma il cliente, oltre alla parcella, sostiene anche le commissioni previste dalla propria banca.
La fee on top, quindi, trova la sua naturale applicazione e massima efficacia proprio con titoli ed etf.
Poiché gli ETF non prevedono incentivi per banca o consulente nella loro commissione di gestione, la remunerazione dipende esclusivamente dalla parcella concordata, eliminando così il conflitto di interesse.
Fee on top con fondi non elimina il conflitto di interesse
Il consulente viene pagato sia dalla fee on top del cliente (mediamente meno della metà della consulenza pagata dal cliente) sia indirettamente attraverso la struttura commissionale del fondo.
Il consulente continuerà a ricevere commissioni dal fondo stesso, mantenendo quindi parte del meccanismo del sistema tradizionale e lasciando irrisolto il conflitto di interesse.
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Pratiche distorte della consulenza finanziaria evoluta
Tuttavia, nonostante i nobili principi alla base della consulenza evoluta, nella pratica esistono distorsioni che possono comprometterne l’efficacia.
Pratiche distorte della fee on top da parte di alcuni consulenti finanziari
Nel modello fee on top, ad esempio, può accadere che il consulente applichi la parcella su fondi poco efficienti o non adeguati. Questo comportamento tradisce completamente lo spirito della consulenza evoluta e può essere addirittura più penalizzante per l’investitore rispetto al modello tradizionale.
Pratiche distorte della fee only da parte di alcuni consulenti finanziari
Anche la fee only, seppur teoricamente perfetta, può essere distorta. Alcuni consulenti potrebbero selezionare fondi inefficienti con commissioni elevate al solo scopo di generare abbuoni maggiori, giustificando così parcelle più alte.
Il ragionamento, apparentemente logico, sarebbe: “Ti restituisco più commissioni, quindi posso chiederti una parcella più alta.”
Ma in questi casi i fondi vengono scelti non per la loro qualità, ma solo per massimizzare gli abbuoni e gonfiare la parcella.
Per essere veramente efficace e fedele ai suoi principi, la Fee Only dovrebbe essere applicata, oltre che ad etf e titoli, anche a fondi di qualità selezionati per il loro track record e la capacità di battere il benchmark, non per le commissioni elevate.
L’obiettivo non è massimizzare gli abbuoni, ma ottimizzare il rapporto tra costi e valore aggiunto.
Gli abbuoni derivanti da fondi efficienti consentono al consulente di mantenere la propria redditività, senza essere condizionato dalla struttura dei prodotti, eliminando così anche il conflitto di interesse.
Si genera così un circolo virtuoso:
- Il cliente paga meno di consulenza,
- Il portafoglio resta efficiente
- Il consulente è equamente remunerato
Ricorda: un professionista trasparente non avrà mai difficoltà a spiegarti la sua struttura commissionale e a giustificare le sue scelte di investimento.
E ricorda anche che il tuo patrimonio è il frutto di anni di lavoro e sacrifici: merita una gestione che metta sempre i tuoi interessi al primo posto.
Consulenza finanziaria autonoma vs consulenza finanziaria evoluta
Consulenza finanziaria autonoma
In questa tipologia di consulenza finanziaria si pone come obiettivo primario quello di eliminare i conflitti di interesse di un consulente finanziario nei confronti del cliente.
Ma quali sono i contro di questa consulenza finanziaria?
Il consulente finanziario autonomo esercita la sua professione di consulente finanziario a fronte di una vera e propria parcella “fee only“ sul patrimonio in gestione, ovvero senza percepire provvigioni da banche, compagnie assicurative, Sim e Sgr.
Alla parcella si aggiunge l’Iva e va pagata con vincolo contrattuale almeno annuale ( almeno questo è quanto ho potuto verificare, poi in caso contrario scrivetemelo nei commenti ) ma il vostro portafoglio rimane tuttavia presso la vostra banca. Nel senso che lui vi dirà cosa comprare e vendere ma sarete poi voi che materialmente vi dovrete recare in banca vostra o accedere alla vostra piattaforma on line e fare materialmente le operazioni.
In tal caso pagherete anche le commissioni della vostra banca sui strumenti finanziari. Quindi sono costi che si aggiungono alla parcella.
L’alternativa che potrebbe proporvi allora potrebbe essere quella di spostare tutto su una piattaforma che offre costi minimi ma, nel caso in cui la piattaforma fosse di diritto estero, dovrete rendicontare il tutto nel quadro RW della dichiarazione dei redditi in quanto redditi finanziari prodotti fuori dall’Italia pena una sanzione da parte dell’agenzia dell’entrate.
In tutti i casi, che sia una piattaforma estera o meglio italiana, non deterrai più investimenti sulla tua attuale banca nella quale mantieni l’operatività di conto corrente. E in tal caso tale banca non vi considererà più come prima in quanto cliente non più patrimonializzato e di conseguenza sarete un cliente standard, non avrete più agevolazioni su tassi di interesse su fidi, mutui, o tassi attivi sulla liquidità o tutto ciò che gira intorno all’aspetto commerciale di una banca che ha interesse a trattenere i clienti importanti e patrimonializzati.
Frammentare il proprio patrimonio diversificando su più emittenti spesso in banca non funziona.
Consulenza finanziaria evoluta
A questa forma di consulenza cd “a parcella” hai un’ alternativa, la consulenza evoluta, che da un po’ di tempo alcune banche specializzate tra le quali anche quella in cui io lavoro già sono operative. I vantaggi di tale tipo di consulenza sono:
Eliminazione dei conflitti di interesse tramite il pagamento mensile (e non annuale) e trasparente (senza iva) sul conto corrente della consulenza
- Nel servizio di consulenza è compreso anche l’annullamento delle commissioni di acquisto e di vendita. Agevolazione che non avreste nel caso in cui foste seguito da un consulente autonomo in quanto si verificherebbe poi una duplicazione delle commissioni.
- Rendicontazione professionale, capillare e approfondita sia sugli strumenti utilizzati, sia sull’efficacia della diversificazione, sulla coerenza al Var, sull’efficienza, qualità e sostenibilità ai criteri ESG. Questa rendicontazione è prodotta direttamente dalla banca, e in caso contrario dovreste affidarvi a quello che vi dice il consulente indipendente.
Costruzione e monitoraggio di portafogli efficienti con i migliori strumenti senza vincoli di scelta e soprattutto, in molti casi, a zero commissioni di compravendita
vantaggio di avere tutto in un’unica banca senza utilizzo di piattaforme estere applicando la banca in automatico e senza spese aggiuntive il Regime Fiscale Amministrato. Così non dovrai preoccuparti di nulla, non rischi sanzioni dall’Agenzia delle Entrate e puoi concentrarti solo sui tuoi investimenti.
Pagamento mensile trasparente con assenza di vincoli contrattuali
Trattamento di favore per i clienti patrimonializzati: continuerai a beneficiare del trattamento di favore che di solito le banche offrono ai clienti patrimonializzati come per esempio scontistiche sui tassi di mutui, prestiti, azzeramento di vari costi ecc.
Tabella riepilogativa
Consulenza finanziaria Autonoma
Consulenza finanziaria Evoluta
Nessun conflitto di interesse
Nessun conflitto di interesse
Alla parcella c'è da aggiungere l'iva
La consulenza è esente da iva
L'addebito della parcella è per un periodo minimo di 1 anno da effettuarsi con bonifico o assegno
L'addebito della consulenza è mensile addebitata comodamente sul conto corrente
Il consulente vi da consigli, ma sarete voi che poi dovrete fare materialmente le operazioni recandovi presso la vostra banca
Il consulente invia le operazione direttamente nell'home banking e tu dovrai semplicemente accettare inserendo la password dispositiva del conto
Oltre alla parcella del consulente autonomo pagherete anche le commissioni previste della vostra banca per l'acquisto o vendita dei titoli
La consulenza evoluta prevede l'azzeramento delle commissioni di acquisto e vendita dei titoli. Pagherete solo la consulenza
Nel caso in cui dovessi spostare i capitali presso altra piattaforma per risparmiare sui costi di transazione perderai i benefici che le banche attribuiscono ai clienti importanti e patrimonializzati
Non dovrai spostare nulla in quanto, come detto, le commissioni di transazione sono azzerate. In tal caso continuerai ad essere trattato come un cliente top ricevendo sconti su prestiti, mutui, Credit Lombard ecc..
Per avere una rendicontazione capillare del portafoglio dovrai richiederla al tuo consulente indipendente
Essendo tutto all'interno della piattaforma della banca avrai a disposizione in qualsiasi momento la rendicontazione ufficiale senza dover contattare nessuno
Perchè non faccio il consulente finanziario autonomo
Molto spesso questa è una domanda che mi viene posta. E’ vero, se facessi il consulente finanziario autonomo (cfa) la parcella rimarrebbe tutta a me mentre lavorando per una banca come quella che mi permette di lavorare in consulenza finanziaria evoluta più a me entra meno della metà di ciò che paga il cliente.
La maggior parte della cd “parcella” inquadrata come consulenza rimane alla banca al fine di:
- fornire un servizio tecnologico impeccabile
- fornire una rendicontazione approfondita di portafoglio
- fornire il monitoraggio degli indicatori finanziari
- annullare i costi di acquisto e di vendita
Inoltre il cliente è tutelato dal fatto che dietro la mia figura c’è sempre un istituto di primaria importanza che:
- vigila sul mio operato nel rispetto della normativa mifid rispondendo solidalmente per responsabilità oggettiva senza la necessità di dover stipulare una polizza professionale come accade nella consulenza autonoma
- vigila sulla mia costante formazione e aggiornamento professionale.
Tutto questo ritengo sia una garanzia per il cliente ma anche per me. Il cliente in tal maniera ha in tempo reale la possibilità di guardare e visionare la rendicontazione ufficiale dei propri investimenti senza dover contattare nessuno.
Inoltre la consulenza evoluta mi permette di azzerare i costi di acquisto e vendita ai clienti fornendo un servizio di primario livello senza dover scomodare il cliente a spostare il suo patrimonio verso altre banche.
Avendo il cliente tutto il patrimonio in gestione, risulta facile ottenere condizioni di favore riservate solo ai clienti patrimonializzati. Un esempio il Credit Lombard, scoperto di conto a garanzia degli investimenti molto apprezzato dai miei clienti e di tutti quelli della banca.
Ce ne sarebbero molte altre di motivazioni, ma già queste reputo siano già determinanti.
A tal proposito ho fatto anche un articolo e un un video dal titolo “come scegliere il consulente finanziario per i propri investimenti“.
Conclusioni
Dopo quanto tutto detto, informatevi prima di tutto sulle competenze del consulente finanziario, perché sulla carta anche una ricetta eccezionale può venire una schifezza se lo sheff, nonostante avesse a disposizione i migliori ingredienti al mondo, ne sbagliasse le dosi.

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Domande ricorrenti
Hai già un consulente che ti segue e non sei soddisfatto?
Se non sei soddisfatto del consulente finanziario che ti segue puoi sempre cambiarlo.
Non sei obbligato a tenere quello che ti ha assegnato la banca.
Guarda il mio video che ho fatto al riguardo.
Se non abiti a Roma potrebbe essere un problema?
Assolutamente NO!
Seguo molti clienti in tutta Italia e all’estero. Infatti la tecnologia ci viene incontro e tutti i servizi che offre la mia banca possono essere attivati senza problemi per via telematica, a partire dall’ apertura del conto corrente fino alla gestione del portafoglio o del piano pensionistico garantendoti consulenza costante e reperibilità 24 ore su 24. Gli appuntamenti inoltre potranno essere svolti in qualsiasi momento on-line con l’ausilio di qualsiasi piattaforma di comunicazione a distanza.
Posso diventare cliente mantenendo come conto principale quello della mia banca?
Certamente! puoi tranquillamente continuare ad utilizzare la tua banca come conto principale.
E’ necessario comunque aprire un secondo conto con la banca con la quale lavoro, che potrà essere utilizzato senza problemi come conto di investimento. Avrai così l’opportunità di testare senza impegno anche la validità e l’efficienza della banca.
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