PAC O PIC. IL MIGLIORE TRA I 2 METODI DI INVESTIMENTO
Investire tutto e subito o investire in accumulo con un pac? Qual è la migliore metodologia per investire? Lo vediamo in questo articolo.
PIC sta per Piano di investimento di capitale: con questo termine si intende l’investimento in un’unica soluzione di una certa somma. quindi, è ideale per chi ha molta liquidità da investire nell’immediato. Il PAC invece è il Piano di accumulo del capitale, ovvero un investimento a rate dilazionate nel tempo ed è ideale per chi intende accumulare capitale nel tempo ma che non ne dispone nell’immediato ma anche per chi il capitale ce l’ha già ma vuole entrare piano nei mercati per sfruttare il market timing in senso automatico.
In questo articolo per un genuino confronto però tratteremo il piano di accumulo come strategia di investimento di un capitale già disponibile e non come formula di accantonamento di lungo termine.
Il grafico che andiamo a vedere ora mostra un’importante evidenza, cioè che l’investimento one shot, il pic per l’appunto, vince sul pac nella stragrande maggioranza degli anni.
Da tenere presente però che qui stiamo parlando di mercato azionario americano. La zona sotto la linea dello zero rappresenta i periodi in cui il il pic vince verso il pac, viceversa la parte sopra. L’evidenza risulta scontata in quanto se vediamo il trend di lungo periodo del mercato americano risulta sempre in salita. Infatti in termine di statistica le fasi toro sono numericamente superiori alle fasi orso. Nel breve termine possono esserci inefficienze, valutazioni eccessive, bolle speculative ma l’evidenza ci dice che i mercati finanziari salgono molto di più di quanto possano scendere. È abbastanza intuitivo immaginare che un mercato in consolidato trend positivo (come anche per es l’ MSCI World) retroceda maggior valore all’investimento in unica soluzione.
Tuttavia è interessante da notare che la differenza di rendimento tra le due strategie è di pochi punti percentuali su una performance cumulata di oltre 15 anni, stiamo parlando di qualche decimale di punto su base annua.
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Mercato in cui si investe
Tale situazione tuttavia cambierebbe se invece prendessimo in considerazione altri mercati meno efficienti come per esempio il mercato italiano, il ftse mib. Chi investiva one shot nel 2007-2008 ancora si troverebbe oggi in territorio negativo. La scelta del pac quindi sarebbe ad oggi stata più premiante del pic.
Quindi la prima considerazione da fare se sia meglio il pac del pic è la scelta del mercato in cui si investe. Un altro esempio, investire in mercati molto volatili come quelli emergenti la strategia del pac sarebbe stata più premiante. Il concetto che molti credono che più si assume rischio o volatilità e più rendimento atteso ci si debba aspettare quindi non è sempre confermato. E il pac riuscirebbe a dare più efficienza al risultato finale e quello che ci portiamo a casa è che il valore della strategia del pac viene esaltato proprio nei mercati meno efficienti.
Fasi di ipervalutazione del mercato
Altra considerazione da fare: il pac vince sul pic se iniziato durante fasi di ipervalutazione di mercato?
L’evidenza dei fatti gioca ancora a favore del pic nel lungo periodo. Ci sono fasi nella storia in cui le azioni potrebbero restare sopravvalutate per lunghi periodi, e non è detto che aspettare o scegliere un PAC sia necessariamente la soluzione migliore. Anche in caso di valutazioni eccessive per un cape ratio alto dell’azionario per la maggior parte del tempo il PIC vince sul PAC. Se si pensa che il mercato azionario sia sopravvalutato e che potrebbe esserci un crollo imminente , si potrebbe dover aspettare anche anni prima di avere ragione.
Fasi di crollo dei mercati
E cosa accade durante le fasi di crollo dei mercati azionari? Il pac vediamo che a seconda dei casi diventa più o meno conveniente. Se il pac è allo stato iniziale sarà stata una strategia migliore del pic nel breve periodo. Specialmente se il mercato ribassista dura molto tempo.
Tuttavia questa convenienza ha una vita breve. La logica vuole infatti che con il pac si acquistino quote via via a prezzi più bassi e di conseguenza rispetto al pic il prezzo medio di carico si abbassa progressivamente. Ma in una fase successiva di recupero dell’azionario tali acquisti riportano via via il prezzo medio sempre più su portando ad un successivo riavvicinamento di prezzi di entrambe le strategie. Più l’allungo dell’azionario è intenso prima il pic recupera e addirittura supera di nuovo il pac. Più il pac si trova nella fase iniziale più risulta conveniente. Più il pac si trova nella fase finale più ininfluente diventa la differenza tra pic e pac.
Ma la vera differenza tra le due strategie viene esaltata in occasione dei rialzi successivi a grandi crolli. In tale scenario l’investimento one shot prevale nettamente sul pac.
La ragione è ovvia. Se investi tanti soldi subito a prezzi stracciati, hai l’occasione di acquistare le quote ad un prezzo molto conveniente, e non è necessario indovinarne il punto di minimo. E cavalchi il mercato durante tutta la fase di risalita successiva. In questo video parlavo a tal proposito delle fasi correttive e delle fasi orso storiche.
Le 26 correzioni hanno generato mediamente un -13,7% in 4 mesi e hanno impiegato in media altri 4 mesi per il recupero. Invece i 12 bear market hanno avuto in media un declino del 30% in 14 mesi e hanno impiegato in media 24 mesi per recuperare. Si tratta sempre di dati passati antecedenti al 2021 il che non sono rappresentativi di previsioni future.
In conclusione Entrare one shot sui mercati azionari nel lungo periodo rende di più ma espone al rischio di essere totalmente in balia dell’andamento di questi anche se la statistica tuttavia gioca a favore di chi si espone nel lungo periodo. Non c’è uno strumento migliore, ognuno ha i propri punti di forza e debolezza. Ecco perché Pic e pac non sono in contrasto tra loro. Non tutti sono idonei a tollerare nel breve termine vistose discese. Qual è infatti la cosa peggiore che può capitare davanti a un piano di investimento a lungo termine? Interromperlo. tutti sono leoni quando il mercato sale, e diventano agnelli quando il mercato scende! La migliore strategia di investimento per molti non è quella che massimizza il rendimento ma quella che ti fa dormire meglio la notte. Il piano di accumulo ci protegge proprio dal fattore emotività. Senza la strategia di accumulazione, quanto tempo l’investitore sarebbe rimasto sul mercato? Ebbene il meccanismo di accumulazione farebbe percepire l’investimento come un processo che si prolunga nel tempo, e non come un evento che si esaurisce nel momento in cui viene fatto. Capire il proprio break-even point (punto di rottura) potrebbe aiutare a sopportare l’investimento nel tempo in modo da portarlo a termine e non interromperlo. E uno schema come questo può aiutare a capire l’entità dei ribassi momentanei che storicamente in casi eccezionali si sono verificati a fronte della quantità di azionario che si è scelto di avere in portafoglio.
Se proprio non si riesce a tollerare tale rischio è bene mettere un cappotto all’asset azionaria che è l’asset principale, l’unica che protegge veramente dall’inflazione e che da rendimenti reali positivi nel lungo termine. Ovvero diversificare il portafoglio con asset decorrelati utili nel dare più stabilità al risultato atteso.
Sono Alessio Zaccanti, un consulente finanziario con certificazioni internazionali EFA ed ESG. Seguo i miei clienti prevalentemente in tutta Roma e dintorni ma sono operativo anche nel resto d'Italia. La tecnologia ci viene incontro e tutti i servizi che offre la mia banca possono essere attivati senza problemi per via telematica a partire dall' apertura del conto corrente, fino alla gestione del portafoglio o del piano pensionistico garantendoti consulenza costante e reperibilità 24 ore su 24.
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